L’Estatuto da terra brasiliano del 1964 persegue il miglioramento delle strutture produttive dell’agricoltura anche attraverso l’attribuzione agli affittuari del diritto di "prelazione" dei fondi da essi coltivati qualora il proprietario intenda venderli. Questo strumento, che mira alla formazione di fondi rustici in proprietà di coloro che li coltivano, permette non solo realizzare la funzione sociale della proprietà, ma anche il perseguimento di fini di giustizia sociale. Partendo da tale presupposto, l’articolo indaga, anche alla luce della sentenza del Superior Tribunal de Justiça del 2016, diverse questioni che attengono, di fondo, al problema di chi sia l’arrendatario che si vuole preferire, se un contadino (trabalhador do campo) o un "imprenditore agricolo" indipendentemente dalla sua forza economica e, in particolare: il significato da attribuire all’eguaglianza delle condizioni a cui l’esercizio del diritto di prelazione è subordinato; l’obbligo del prelazionante di esercitare il suo diritto su tutta la terra posta in vendita della quale il fondo affittato è solo una parte, nonché quello del proprietario di indicare lo specifico prezzo del fondo affittato che fa parte della maggiore area venduta.
Keywords: Diritto brasiliano, prelazione agraria, proprietà della terra