Il film fa riflettere su alcuni passi dei processi terapeutici. Il colpo di scena, tipico dei film thriller, non è solo un’improvviso ribaltamento del codice che organizza la storia, ma può essere visto anche come la collisione di più storie che fino a quel momento procedevano parallele e a livelli differenti di evidenza. In questo caso le storie di Zev e di Max, che fino alla fine procedono parallele, improvvisamente collidono e ne emerge un nuovo registro che le tiene insieme: non più la vendetta condivisa contro un oggetto esterno, ma la collisione di due soggettività. Il trauma è il tema centrale del film, e risalire il trauma è un percorso che si compie a vari livelli. Il primo è il recupero delle memorie. Il film ribadisce che il blocco traumatico è organizzato intorno alle memorie implicite soprattutto procedurali e di priming. È il suono l’elemento sensoriale che guida il recupero delle memorie: quello del pianoforte e della musica di Wagner come il timbro della voce. Infine, vi sono apparenti false identità e falsi riconoscimenti che introducono alla funzione degli enactment: come nei processi terapeutici con pazienti particolarmente border, gli errori del terapeuta introducono al vero e profondo riconoscimento del paziente la cui identità sopravviveva protetta dalla dissociazione del trauma.
Keywords: Trauma; dissociazione; enactment; memorie implicite; memorie traumatiche; cinema e psicoanalisi.