Partendo dall’assunto che il setting è imprescindibilmente influenzato e strutturato dalle rappresentazioni che l’Istituzione ha del lavoro clinico e da quelle che il clinico ha della Istituzione in cui opera, con questo scritto si intende riflettere sulle dinamiche difensive, soprattutto di natura scissionale, che attraversano e caratterizzano un istituto di detenzione. Sarà allora fondamentale posizione astinente e un pensiero psicoanaliticamente orientato che non colluda con queste dinamiche. Le difficoltà sono molteplici, a partire dalla strutturazione del setting, dove tutto va creato da zero, compresa la domanda: committente e utente non coincidono; e parte del lavoro del clinico consiste nel capire se e in che modo l’utente può rendersi paziente. Quando questo avviene, si crea uno spazio prezioso per la comprensione di sé, e di come si sia arrivati a commettere reati anche di notevole gravità. La "ristrutturazione" della personalità diventa elemento fondante del trattamento, laddove l’ingresso in carcere produce o induce un processo di de-strutturazione. Si propone una breve storia clinica che illustra il ruolo del trauma e della vittimizzazione e il necessario lavoro sulla "prima vittima" allo scopo di evitare vittimizzazioni ulteriori.
Keywords: Carcere, Istituzione totale, reati sessuali, setting carcerario, spersonazione- spoliazione, trauma.