L’obiettivo primario del presente lavoro è l’analisi qualitativa e quantitativa delle strategie cognitive utilizzate nel processo diagnostico da parte del medico di medicina generale (MMG) nella sua pratica clinica ambulatoriale. Gli obiettivi secondari sono lo studio delle correlazioni tra tali strategie e variabili relative al MMG, al paziente ed alla sua visita, e l’appropriatezza dell’ipotesi diagnostica iniziale rispetto a quella finale. Il presente studio è osservazionale prospettico e prevede il reclutamento di due campioni: MMG e loro pazienti. I MMG hanno compilato, per ogni paziente reclutato, il questionario "processi diagnostici in assistenza primaria 1" (P.D.A.P.1) e, successivamente, il P.D.A.P.2. Il campione primario è di 17 MMG (9 M e 8 F). Solo 10/17 (6 M e 4 F) hanno compilato anche il secondo questionario. Il campione secondario è di 332 pazienti (131 M e 201 F), per i quali è stato compilato il questionario P.D.A.P.1. Per 276/332 (83%) pazienti è stato compilato anche il questionario P.D.A.P.2. I MMG usano strategie diagnostiche "miste", ma prevalentemente quelle ultrarapide e rapide, più intuitive, rispetto a quelle lente, più analitiche. Il tasso di errore diagnostico iniziale è del 15,6% ed è comparabile coi tassi riportati nella letteratura internazionale. Il MMG fa meno errori diagnostici quando usa prevalentemente metodi rapidi rispetto a quelli ultrarapidi e lenti (p<0,05). Riteniamo importante l’obiettivo di abbassare tale tasso, per aumentare il "safety netting" del paziente. A tal fine esistono già strumenti di comprovata efficacia, come le tecniche di debiasing, per contrastare i bias diagnostici cognitivi ed affettivi.
Keywords: Strategie cognitive diagnostiche, intuizione, bias, errore diagnostico, debias, Medicina Generale.
Shirley Ehrlich, Stefano Gherardi, Monia Betti, Martina Zanotti, Giuliano Ermini, Stefano Gualandi, Damiano Cembali, Alessandro Tampieri, in "RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA" 3/2018, pp. 117-147, DOI:10.3280/RSF2018-003007