Il contributo prende in esame la complessità della condizione vittimale, ossia le ambivalenze che lo status di vittima - anche socialmente costruito - spesso comporta, ciò riflettendosi con varie implicazioni sull’auto percezione del soggetto che ha patito un reato, un torto, un’ingiustizia. In particolare, si propone una riflessione con riguardo agli stereotipi ed ai pregiudizi associati a tale condizione, non di rado alimentati da strumentalizzazioni della sofferenza delle vittime a livello politico e mediatico. L’obiettivo è di favorire un’interpretazione dei processi di vittimizzazione quali processi di privazione e violazione delle aspettative e delle reti relazionali fiduciarie, a livello soggettivo ed interpersonale, potendo questi infine essere riparati e riedificati con riguardo alla nozione di riconoscimento mutuale e reciproco. Ciò rappresentando il punto di partenza e al contempo di approdo per l’elaborazione di un’autentica e seria cultura "per" le vittime, che faccia della condizione vittimale il momento di riflessione etica teso all’elaborazione e all’implementazione concreta di politiche di ascolto e per il supporto delle vittime.
Keywords: Processi di vittimizzazione, fiducia, riconoscimento, cultura per le vittime.