In questo articolo gli autori propongono una riflessione sul repentino passaggio al setting on-line durante il periodo di quarantena dovuto al virus Covid-19. Attraverso spunti teorico-clinici e sulla scia di correnti di pensiero kleiniane e junghiane, gli autori evidenziano alcuni parallelismi tra le reazioni della collettività, collegate alla pandemia, e specifici funzionamenti, di tipo regressivo, che ricalcano i passaggi fondamentali dello sviluppo. Viene proposta una lettura dei differenti destini di alcune terapie on-line a partire da immagini, sogni e trame narrative proposte dai pazienti. In questi contenuti è possibile rintracciare la sottile connessione tra dimensione intrapsichica, interpersonale e collettiva, dove sentimenti di carenza e odio, possono essere onnipotentemente risolti da una iperproduttività, anche tecnologica, che scotomizza il sentimento di impotenza legato al limite e ne impedisce l’elaborazione.
Keywords: Covid-19; setting; identificazione proiettiva; quarantena; psicoterapia on-line; angoscia di morte; "Stranger Things"; tecnologia.