Il "Libro bianco" di Delors ha posto con forza la questione delle crescenti disuguaglianze sociali in un'Europa nella quale aumenta la ricchezza globale o aggregata.

L'accelerazione dei cambiamenti tecnologici ed economici ha prodotto vulnerabilità, fragilità e sofferenza individuale.

L'Unione Europea dibatte ampiamente la questione di come "coniugare l'economia con il sociale" partendo da multiformi realtà nazionali.

Un contributo alla costruzione dell'Europa sociale è dato da nuove forme di economia solidale. Qui si colloca la proposta espressa dalla cooperazione sociale B, finalizzata all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati in attività produttive o di servizi, come individuata dalla legge n.381/91.

Non è solo il passare dei soggetti svantaggiati "da assistiti a ... contribuenti", ma il crescere nelle competenze professionali e sociali di persone che non avrebbero avuto individualmente occasione di proporsi come imprenditori e che, associate, trovano forme interessanti di aggregazione, di lavoro, di azione per lo sviluppo sociale.

Si tratta di piccole e medie imprese sociali, ad alta intensità di forza lavoro, con una presenza di soggetti marginali.

Nel Convegno, svoltosi a Torino nella primavera del 1997, nel quale è stata approfondita l'esperienza piemontese e torinese, si è dibattuto delle prospettive dell'impresa sociale nel nostro paese e della sua capacità di creare occupazione in risposta alla crescente emarginazione.

Questa pubblicazione si propone come approfondimento e strumento di lavoro a quanti, a vario titolo, sono interessati all'argomento, sia dal punto di vista amministrativo che delle politiche sociali locali.

Maria Ludovica Chiambretto è Responsabile dell'Ufficio Cooperazione Sociale - Direzione Politiche Sociali - Regione Piemonte.

Lucia Genovese è Responsabile del Servizio Inserimenti Lavorativi e Cooperative sociali - Progetto Speciale Lavoro e Formazione Professionale - Comune di Torino.