La contrattazione collettiva italiana si è andata sviluppando nel corso degli anni con le caratteristiche di un sistema aperto, ove gli attori collettivi esploravano via via nuovi livelli e temi contrattuali.

La progressiva definizione delle regole è avvenuta nel corso di un processo prolungato nel tempo e nel contesto di una non occasionale collaborazione tra l'attore pubblico e le parti sociali.

Tale percorso è culminato nel protocollo del 1993. Come funzionano le regole alla prova dei fatti? Come si governa la contrattazione all'interno di schemi di rinvio e di vincoli macroeconomici?

La contrattazione a Parma è espressione, al contempo, degli attori collettivi e delle caratteristiche produttive della provincia - la food valley italiana - e, parimenti, dei modi di regolazione socio economica radicati nel tempo e nel territorio, che è parte importante di una regione che ha attratto l'interesse degli studiosi dello sviluppo e della sua regolazione.

Il volume analizza la contrattazione collettiva come espressione di queste variabili e si propone di posizionare la sua recente evoluzione nella problematica del cambiamento delle relazioni industriali italiane.

Mirella Baglioni è docente di relazioni industriali nelle Università di Parma e Firenze.Ha svolto attività di ricerca sulle organizzazioni imprenditoriali, su cui ha prodotto numerosi saggi in italiano e in inglese e il volume L'azione collettiva, Giuffrè, 1985. Sulla problematica della contrattazione territoriale ha pubblicato i rapporti sull'annuario Cecos e, in riferimento agli interessi economici nei processi decisionali locali, ha pubblicato (con S.Vicari), Two models of local development politics, "Government and Policy", 1995. Con uno studio sulle relazioni industriali in Rhone Alpes ha contribuito al volume di I.Regalia (a cura di), Regioni e regolazione socio economica, in corso di pubblicazione presso questa casa editrice.