Un problema che sta interessando in maniera sempre più rilevante le scienze organizzative è la progressiva perdita di significato del modello socio-tecnico, quale paradigma fondamentale dei processi di organizzazione del lavoro. Tale modello, che appariva estremamente adeguato per la comprensione di organizzazioni industriali, mostra segni di incertezza e di incertezza e di difficoltà rispetto a organizzazioni industriali, mostra segni di incertezza e di difficoltà rispetto a organizzazioni ben più flessibili, come lo sono le organizzazioni della società post-industriale.

E' proprio all'interno della teoria dei sistemi, che gli autori cercano una soluzione alla crisi del paradigma socio-tecnico. Il loro interesse è rivolto, in particolare, a quel processo di revisione della logica sistemica che ha avuto origine dal modello epistemologico della complessità e che ha determinato il passaggio dalla nozione di sistema operazionalmente chiuso.

L'immagine di un sistema "eteronomo" essenzialmente influenzato dagli scambi con il mondo esterno e dal controllo delle sue dinamiche interne, si ridefinisce, in questa prospettiva, in un sistema "autonomo", la cui configurazione strutturale ed organizzativa non appare determinata da modelli normativi formalmente imposti, ma dalle dinamiche che si sviluppano all'interno del sistema stesso a partire dall'identità degli attori sociali e dalle forme del loro agire.