Tra i culti pedagogici che il genitore pratica abitualmente certamente l'acquisto del giocattolo appare uno dei più rituali. Il genitore -sente. come questa sua opzione resti sotto il fuoco incrociato di motivazioni di origine psicologica e culturale. Forse non è sempre consapevole della loro origine e dei loro esiti. Ma sa, con certezza, di essere un bersaglio fisso del loro arco.

Questo volume penetra all'interno delle due anime di questo "rito" e documenta come agiscono sul padre e/o sulla madre all'atto della scelta del giocattolo due diverse componenti. la componenti psicologica da un lato crea l'oggetto/ giocattolo sulla spinta di meccanismi proiettivi che riaprono ferite, desideri solo parzialmente rimossi. Di qui l'opzione del genitore tendente a soddisfare antiche mortificazioni ludiche. voglie mai appagate. Di qui la scelta sui giocattoli mai avuti, segno di antiche sofferenze, di memorie amare. La componente culturale dall'altro scatta, a sua volta, quando si intende legittimare - attraverso ne pioggia di materiali ludici - l'universo di cose e di valori a cui uniformare il bambino. Questo lavoro è risultato di una ricerca condotta nelle scuole materne della Provincia di Bolzano, intesa a censire la tipologia, la diffusione e l'uso dei materiali ludici nella scuola dell'infanzia.

Franco Frabboni insegna Pedagogia presso l'istituto di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna. Scolaro di G.M. Bertin. il suo pensiero pedagogico aderisce alle ragioni del razionalismo critico di impostazione fenomenologica e problematicista, che egli tende a sperimentare in aree nevralgiche del nostro sistema educativo.

Gian Paolo Cavina è pedagogista presso il Comune di Casalecchio di Reno (B0). In collaborazione con F. Frabboni ha condotto ricerche e sperimentazioni in diversi ambiti del settore scolastico ed extra scolastico.