Linguaggio in festa

Francesco Garritano

Linguaggio in festa

L'autoritratto in Leiris

Edizione a stampa

40,50

Pagine: 272

ISBN: 9788820456412

Edizione: 1a edizione 1987

Codice editore: 2000.356

Disponibilità: Nulla

" Je n'ai pas fait une autobiographie, mais, plutot, un autorportrait". Così si esprime Leiris a proposito dei suoi scritti. Fin qui nulla di stupefacente; tuttavia viene immediato pensare di cogliere i tratti della figura che, in realtà, mai si staglia, ma si dona nella mobilità delle linee, nelle pieghe e sempre scompare. Perché un autoritratto e non un'autobiografia? Pensare di recuperare il passato per delinearlo e confinarlo nella pagina è un'operazione distante dal progetto di Leiris: il ricordo non ripropone in identità, giacché è sottoposto alla debolezza della memoria ed alla corruzione della scrittura.

Inoltre, l'autoritratto ha una cifra di "presenza" nell'imporre a colui che lo realizza di vedersi nel secondo versante, nel non - familiare.

In una realtà costantemente divisa, sottoposta alla legge della rinuncia, lo scrittore cerca l'unità del sacro e del profano nella pratica estetica, in un esercizio regolare, lento, metodico: "Je rumine mes pharses". Crediamo che qust'affermazione ci dia l'esatta misura del ritmo della scrittura di Leiris, scrittura che non procede in modo saltellante, vivace e brioso, ma, al contrario, scorre lentamente, "boucle la boucle" intorno ad un centro indeterminato: l'identità. Si assiste, pertanto, all'apparizione di piccole tessere, di frammenti, grazie ai quali si comincia a scorgere qualcosa, ma all'improvviso quanto s'intravvedeva è captato dall'origine, decostruito e di nuovo rilanciato. L'ultimo termine ci porta a pensare ai tavoli verdi, al gioco, ad una regola di scrittura caratterizzata dalla combinatoria, la stessa praticata dal giocatore, che alterna le carte nelle sue mani, le sposta, le riorganizza.

Leiris sembra che voglia ritoccare il ritratto consacratogli da Picasso, opera in cui si vede un volto brisé, riconoscibile e mostruosamente distante a causa delle incisioni prodotte da una mano trasparente. Sul bordo, sulla linea di frammentazione s'inserisce la scrittura, la cui azione si svolge in profondità, nella costruzione di un "libro", che rievoca il progetto finale di Mallarmé, realizzato nella incompiutezza.

Francesco Garritano (1952), borsista presso il Dipartimento di filologia dell'Università della Calabria, si occupa di teoria della Calabria, si occupa di teoria della letteratura e di semiologia dei testi letterari (D.E.A. conseguito presso l'Université de Paris VII); collabora con riviste e quotidiani.

Premessa
Nota biografica e bibliografica
Avvertenze
CAPITOLO I: Il tempo
- 1. Qual è l'età
- 2. Infinito
- 3. L'animo
Note al capitolo I
CAPITOLO Il: Il corpo erotico assente
- 1. Judith e Lucrèce
- 2. Complicità ed eccentricità
- 3. La domenica
- 4. La fata
Note al capitolo II
CAPITOLO III: Il sonno
- 1. L'oblio
- 2. Realísmo e menzogna
Note al capitolo III
CAPITOLO IV: Arte e verità
- 1. Scrittura e confessione
- 2. Miroir de la tauromachie
- 3. L'abiezione dell'oggetto
- 4. La maschera
Note al capitolo IV
Bibliografia
Indice dei nomi


Contributi:

Collana: Varie

Argomenti: Antropologia

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