Migrantes.

Paolo Guidicini

Migrantes.

Ovvero: la città che ci dobbiamo aspettare

Un volume sulla città che ci attende, ovvero quella che vorremmo si realizzasse, che tiene conto del fenomeno immigratorio, ne analizza l’impatto sul già esistente da parte dei nuovi arrivati, le possibili forme di insediamento, le perplessità che ingenera nei residenti storici.

Edizione a stampa

20,00

Pagine: 176

ISBN: 9788846491053

Edizione: 1a edizione 2008

Codice editore: 1561.69

Disponibilità: Discreta

È ricorrente nell'immaginario dei sociologi del territorio il chiedersi quale tipo di città ci attenda, ovvero quella che vorremmo si realizzasse. Tra le innumerevoli variabili presenti sul tappeto, il fenomeno immigratorio ci è sembrato particolarmente rilevante. Si tratta di analizzare l'impatto sul già esistente da parte dei nuovi arrivati; le possibili forme di insediamento; le perplessità che la loro presenza ingenera nei residenti storici. Di fronte a una società caratterizzata da una profonda dose di fragilità e di insicurezza, molti dei miti che avevano spinto gli immigrati all'esodo oggi si trasformano in attese tradite. Mentre crescono le spinte - nei nuovi arrivati - a ricercare suggerimenti e indicazioni in quelli che sono i ricordi della cultura di origine. Fenomeno che non lascia immuni le stesse seconde generazioni, dibattute tra una vaga ricerca di integrazione, il richiamo alla continuità col proprio passato e un sotterraneo senso di rivolta.
Sullo sfondo il delinearsi di spinte verso il formarsi di aggregazioni etniche spazialmente radicate e circoscritte. Un territorio in crescente fibrillazione, al cui interno la ricerca di sicurezza non può certo risolversi in una mera rinuncia esistenziale. Che tipo di organizzazione territoriale e di città, ma anche di soggetto, ci dobbiamo allora aspettare?

Paolo Guidicini, direttore del Dipartimento di Sociologia e coordinatore del Centro studi sui problemi della città e del territorio (Cepcit), insegna Sociologia urbana e rurale e Sociologia delle migrazioni presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Bologna. Dirige la rivista "Sociologia Urbana e Rurale" (edita da FrancoAngeli), di cui è anche il fondatore, e il Master in Politiche sociali e direzione strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio.



Considerazioni introduttive: una storia di immigrati, di compromessi e di adattamenti
Un modello di urbanità in crisi
(Mobilità postbellica e immigrazioni internazionali; Il declino di un modello forte; Una insanabile frattura col passato)
La fase migratoria di transizione
(L'ipotesi di un ordine sotteso; Verso una crisi di credibilità; Tradizione, modernità e barbarie)
Progetti migratori e reti di accoglienza
(Catene di richiamo e costanti riaggiustamenti; Per una cultura del nomadismo; Storie individuali e logiche migratorie)
Crescita migratoria e crisi del territorio
(Decadimento verso disordine; I caratteri dell'incertezza; "Disincantamento" come ricerca di identità forti)
L'immigrazione da componente marginale a fattore strutturale
(I caratteri della crescita; Da atti singoli a strategie articolate; Logica della "unitarietà" e inconscio collettivo)
Territori e città dalle molte etnie
(Antropologie, territorio, soggetti; Caratteri specifici di "concentrazioni etniche"; Culture "fredde" e società "tiepide")
Consolidamento e proiezioni verso il futuro
(Famiglia e gruppi di socializzazione; L'apporto giovanile di etnie immigrate; Per una "riconcettualizzazione delle sfide")
Un nuovo modello di convivenza possibile
(La città come espressione "organica"; Tra fragilità e rotture; Aree del conglobamento e aree dell'escluso)
Il bisogno di offerta di significatività
(La fine di un percorso; Uno spazio decostruito; Coagulazioni di "tracce" e "anime collettive")
Considerazioni conclusive: in quale direzione va la nostra ricerca.

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