Una rilevante frazione di persone tra i 55 ed i 75 anni si dimostra capace di progetti, ragionevolmente soddisfatta, attiva e socializzata.

Questo modo di essere ha diretti risvolti sul modo di vivere lo stato di salute, la cui potenziale compromissione costituisce la principale preoccupazione. Per questi "nuovi anziani" è irrinunciabile un nuovo e diverso approccio di assistenza. A cominciare dal loro rapporto con il personale medico e paramedico, chiamato a confrontarsi con pazienti desiderosi di non essere considerati zavorra da cui disfarsi.

Una particolare patologia della terza età è affrontata tenendo conto di questa nuova realtà e del fatto che un declassamento della patologia cronica è un affronto alla medicina ancora prima che all'etica.