Per invecchiare meglio: una nuova scienza?

Invecchiare bene (e meglio rispetto a quanto in genere si faccia attualmente) non è soltanto una prospettiva allettante ma un obiettivo di enorme portata economica e sociale. Non è pensabile infatti che l'aumento con coloriture esponenziali del numero degli anziani nelle nostre società si traduca in un corrispondente aumento di malati e di inabili: una massa da affidare alle cure e all'assistenza, con un carico di infelicità e di oneri finanziari che non appare umanamente e politicamente sopportabile.

Onde un approccio profondamente diverso alla vecchiaia, inteso ad interpretare più che a descrivere ed a sostituire questa interpretazione alle superficiali analogie con cui fino ad ora sono state valutate le infermità dell'età avanzata. Per scoprire che molte delle malattie temute e tenacemente curate di questa età altro non sono che modi di invecchiare (e non di ammalare), -espedienti» con cui l'organismo tende ad assorbire le perturbazioni involutive e provenienti dall'interno, diversamente da quanto fa con quelle esterne (infezioni, traumi) e che sono destinate o ad essere superate con la guarigione o a porre termine alla sopravvivenza.

In questo volume si cerca di vedere come un progetto di "promozione" della salute in vecchiaia, attraverso una migliore e diversa valutazione delle anomalie e delle deviazioni così come delle residue risorse, possa tradursi in un assieme di nozioni ed anche di ipotesi: un nuovo campo che si apre al nostro piacere intellettuale ed alla nostra conoscenza il cui progresso, secondo l'astrofisico Krauss, dovrà riaccendere di continuo la nostra immaginazione.

Si vedrà anche, in questa pur breve rassegna, come la ,,interpretazione,- del processo di invecchiamento possa riverberarsi sulle più complesse alterazioni età-dipendenti, il cancro ad esempio, ed inserirle, forse con qualche profitto, nelle dinamiche relazionali che sottendono ai cambiamenti indotti dal passare del tempo nel nostro organismo.