Tieni il tempo.

Laura Bonato

Tieni il tempo.

Riti e ritmi della città

Il volume sottolinea come le tradizioni contadine non solo hanno resistito ai processi di industrializzazione e di urbanizzazione, ma, pur se in alcuni casi abbandonate per anni, sono diventate protagoniste di una notevole ripresa. Esempio ne è la festa tradizionale, che si è reinventata, adattandosi al modificarsi del contesto in cui compare, riplasmando funzioni e simbologie alle nuove esigenze.

Edizione a stampa

19,50

Pagine: 152

ISBN: 9788856835298

Edizione: 1a ristampa 2011, 1a edizione 2011

Codice editore: 1152.12

Disponibilità: Discreta

Accanto a quelle strettamente legate alla tradizione nel nostro paese, compaiono e si celebrano feste nuove, funzionali alle esigenze dei fruitori, che i "puristi" considerano vere e proprie invenzioni gratuite, legittimate solamente da ragioni di tipo commerciale e legate al business turistico: feste che sembrano non avere un passato e di cui non si trova traccia né nel calendario religioso né in quello contadino. E allora festeggiamo la mamma, il papà, la donna e i nonni; e poi San Valentino e il Capodanno in piazza, l'addio al celibato e al nubilato, la birra e Halloween; ma contemporaneamente partecipiamo alle feste medioevali, alle rievocazioni "celtiche" e alle celebrazioni dei vecchi mestieri. Questa compresenza è decisamente manifesta nelle città, dove il calendario cerimoniale è solitamente molto denso.
Con un occhio attento al "senso" della festa, al suo significato di autorappresentazione della comunità locale e della sua identità, il volume indaga la dimensione ludica degli eventi urbani e delle "nuove" feste, di notevole interesse etnografico. Finora scarsamente analizzate ed etichettate come consumistiche e commerciali, le feste nuove evidenziano la vivacità culturale della città, che si rivela luogo di incontro e di scambio, soprattutto di idee e di progetti.
Gli spazi urbani della festa e della cultura riutilizzano luoghi originariamente destinati ad altra funzione, in particolare con l'allestimento notturno di zone tradizionalmente destinate ad una fruizione diurna, e proprio qui si coniugano tradizione e innovazione, si studiano piani di riqualificazione e di recupero.
Gli spazi pubblici, dove si affollano cittadini, turisti, artisti di strada, musicisti, sono un elemento importante, utile per determinare le modalità attraverso le quali avviene la produzione e la riproduzione delle forme culturali. Si caratterizzano quindi come una risorsa, considerando che in ogni società l'uso dello spazio è sempre socialmente regolamentato e culturalmente definito.

Laura Bonato è docente di Antropologia culturale presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Torino. Ha di recente curato: Immaterialità e paesaggio (Alessandria, 2008); Memoria riciclata. Riappropriazioni culturali, connessioni, prestiti (Roma, 2008); Portatori di cultura e costruttori di memorie (Alessandria, 2009).



Paolo Sibilla, Presentazione
Premessa
Nuove sequenze rituali
(Ancora tradizione; Cosa succede in città; W le donne!; La Notte Bianca per l'interscambio; Halloween, la festa delle zucche vuote...)
Eventi e strategie di interventi
(Spazi urbani, spazi pubblici; La città post-industriale: soluzione creative e progettualità sociale; Gestione e autogestione della cultura)
Maxi raduni di piazza: canali virtuali, relazioni reali
(Luoghi e interazioni sociale: flash mob e apéro géant; I rave party; Comunità virtuali: definizione esatta?)
La storia per far festa
(Rievocazioni storiche e Living history; Alcuni casi di studio; Riflessioni; Spettacolo, ostentazione, spreco)
Le feste degli altri, gli spazi degli altri
(Origini e divenire di una tradizione; Pratiche festive per il consumo di cultura; Feste immigrate a Torino)
Riferimenti bibliografici.

Contributi: Paolo Sibilla

Collana: Percorsi di ricerca

Argomenti: Antropologia

Livello: Studi, ricerche

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