Zygmunt Bauman nel volume La libertà ha scritto che "durante la prima parte della sua storia il capitalismo è stato caratterizzato dalla posizione centrale del lavoro sia sul piano individuale e sociale sia sul piano sistemico", ma in seguito "mentre il capitalismo si muove verso la fase consumistica, il lavoro perde lentamente la sua posizione centrale".

È su tale tema che si interroga questo numero di Sociologia del lavoro , che per l'occasione diventa Sociologia del lavoro e dei consumi . Nasce infatti dal convegno "Tra produzione e consumo. Processi di cambiamento della società italiana", che si è tenuto il 14 aprile 2003 presso l'Università IULM di Milano e che aveva come obiettivo l'analisi, per la prima volta in Italia, di un tema particolarmente cruciale nelle dinamiche di mutamento delle società contemporanee come le relazioni che si stanno sviluppando tra le attività relative alla produzione e quelle riguardanti il consumo.

Questo numero di Sociologia del lavoro e dei consumi non è però semplicemente una raccolta degli atti del convegno, ma il frutto delle riflessioni che, nei mesi successivi, sono state sviluppate a partire dagli stimoli prodotti dal convegno stesso.

In particolare, tali riflessioni muovono dalla consapevolezza che il nuovo assetto "postfordista" delle società capitalistiche stia profondamente modificando il vissuto del lavoro, il quale, reso sempre più flessibile e temporaneo, appare in difficoltà nell'attribuire una stabilità all'identità sociale degli individui. I quali perciò devono contemporaneamente ricorrere anche al consumo e alla sua capacità di classificarli socialmente. Il che comporta, come è possibile vedere in questo volume, la necessità per gli studiosi di ricorrere a nuovi concetti teorici, come ad esempio quelli di "capitale sociale" e di "economia del simbolico", grazie ai quali sia possibile tener conto del crescente intreccio che si sta sviluppando tra la produzione e il consumo.