Nell'indicare nel "limite dell'utile" il filo conduttore di questo Convegno abbiamo inteso mettere in luce come le trasformazioni in atto nella scuola italiana rientrino in una crisi più generale dell'umanità europea e della sua identità spirituale che si estendeva, per Edmund Husserl, anche al di là dell'Europa geografica, fino all'America. Questa identità spirituale, nata con la filosofia greca classica, ha sempre inteso il mondo come "una questione da risolvere". E lo interrogava "non per soddisfare questo o quel bisogno pratico, ma perché l'umanità era pervasa dalla passione del conoscere".

La dimensione della conoscenza disinteressata, cioè la dimensione alta della scuola che produce civiltà, appare totalmente assente dagli intenti riformatori.

Risucchiata nel vortice dei bisogni individuali e delle richieste del mercato, allucinata dalla rivoluzione informatica, avviluppata in tecnicismi formali, priva di un asse culturale portante, indifferente alla stessa concretezza del quotidiano rapporto con gli allievi, "questa" scuola non è solo inutile e classista; è anche pericolosa. Perché mina il senso di giustizia innato in ogni bambino e in ogni adolescente, distrugge il senso di responsabilità, insinua l'idea che la vita soggiaccia alle stesse regole della scuola.

Mina anche alla base le fondamenta democratiche del nostro paese, perché impedendo, ancor più della vecchia scuola, la mobilità sociale, sferra un duro colpo all'alternanza democratica, cioè al possibile continuo ricambio fra governanti e governati.

Serafina Gnech è dirigente nazionale della Gilda degli Insegnanti e coordina il Centro studi dell'Associazione. Ha organizzato numerosi convegni sulle tematiche scolastiche ed ha contribuito all'elaborazione del "Progetto per la riqualificazione del sistema scolastico italiano" a cura della Fondazione internazionale Nova Spes .