In questo saggio l’autore descrive il funzionamento di internet, soffermandosi in particolare sulle connessioni e le sovrapposizioni tra mondo reale e mondo virtuale, ossia un mondo invisibile che attiva fantasie e rappresentazioni personali. La vera virtualità si troverebbe allora nella nostra mente, nella rappresentazione virtuale della realtà che si sviluppa nella nostra psiche, come incontro/scontro tra mondo interno e mondo esterno. Il computer e internet vengono utilizzati in modo molto ambivalente: se da un lato promuovono una maggiore conoscenza e cultura a livello globale, dall’altro determinano abuso e dipendenza, poiché sono stru-menti che favoriscono un uso solitario e narcisistico. L’autore spiega quindi come il mondo virtuale si riverbera e si connette col nostro mondo interno, sia in modo creativo e innovativo, sia regressivo e patologico. Nel cyberspazio ogni utente è virtualmente in contatto sincronico e biunivoco con tutti gli altri "punti nodali della rete", all’interno di uno "spazio invisibile condiviso", uno "spazio topologico" multiforme e multidimensionale, in cui si percepiscono insieme la lontananza e la vicinanza, la rarefazione del vuoto e la pienezza totale, l’impotenza e l’onnipotenza, la realtà e la fantasia. Lo scritto continua con la descrizione dei social network e dei mondi virtuali: il loro successo, così come anche i loro grandi limiti e in particolare l’abuso che molti ne fanno, sono analizzabili, da un punto di vista psicologico e psicoanalitico, solo grazie a modelli di tipo gruppale e psicosociale. Si prendono poi in esame il cyberbullismo, patologia molto attuale tra gli adolescenti, e il peri-colo sempre più crescente della pedopornografia.