Le "guerre fredde" freudiane: cristianizzazione e desessualizzazione della psicoanalisi negli Stati Uniti del dopoguerra

Titolo Rivista PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE
Autori/Curatori Dagmar Herzog
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/1
Lingua Italiano Numero pagine 36 P. 25-60 Dimensione file 696 KB
DOI 10.3280/PU2017-001003
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In nessun altro luogo e in nessun’altra epoca la psicoanalisi freudiana ha avuto maggior successo - e la psichiatria è stata più psicoanalitica - come negli Stati Uniti dei primi due decenni della guerra fredda. Era anche un periodo in cui la psicoanalisi era molto conservatrice, soprattutto riguardo alla sessualità. E questo non era dovuto al clima della guerra fredda, ma era un importante effetto collaterale di una guerra massiccia e molto pubblicizzata tra religione e psicoanalisi che ha caratterizzato in particolare gli anni 1947-1953. Nell’America del dopoguerra, la "scienza ebraica" della psicoanalisi andò incontro a un processo di "cristianizzazione", e anche la religione venne "psicologizzata". Inoltre, una profonda ambivalenza sullo statuto e sul significato stesso del concetto di libido era al centro di una serie di accese controversie e rivalità che determinarono la direzione che doveva poi prendere la psicoanalisi e la psichiatria.;

Keywords:Desessualizzazione; Cristianizzazione; Karen Horney; Karl Menninger; Neofreudiani; Storia della psicoanalisi

  • Un New Deal per le terapie psicodinamiche: lo psicoanalista come burocrate di strada Jeremy Clarke, in PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE 2/2024 pp.199
    DOI: 10.3280/PU2024-002002
  • Il bambino competente: la mente infantile non è primitiva né pre-rappresentazionale Anne Erreich, in PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE 3/2024 pp.435
    DOI: 10.3280/PU2024-003004

Dagmar Herzog, Le "guerre fredde" freudiane: cristianizzazione e desessualizzazione della psicoanalisi negli Stati Uniti del dopoguerra in "PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE" 1/2017, pp 25-60, DOI: 10.3280/PU2017-001003