Titolo Rivista SOCIOLOGIA DEL LAVORO
Autori/Curatori Irene Peano
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/146
Lingua Inglese Numero pagine 16 P. 24-39 Dimensione file 130 KB
DOI 10.3280/SL2017-146002
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The paper analyses the role of "reproductive labour", and particularly of sexual labour, in relation to global agro-industrial commodity chains, with specific reference to the district of Foggia, in southeastern Italy. Drawing on a critical appraisal of world-system theory through the lens of gender, the article looks at different arrangements in the sexual division of labour and in (transnational) household management. In particular, it contrasts the organisation of West-African shantytowns to eastern-European settlements. The paper also points to the potential for non-commodified forms of care labour to foster solidarity among workers and support their struggles for better working and living conditions, which however are usually blind to the gendered dimensions of exploitation. Given this ambivalence of care labour, as both a form of exploitation and as a potentially subversive practice, and the importance of acknowledging the interrelation between global care chains and the production of agricultural commodities, the article suggests it is more appropriate to speak of "care-commodity chains". The article also argues that such relationships and ambivalences question any straightforward distinction between "productive" and "reproductive" spheres.
Il saggio analizza il ruolo del "lavoro riproduttivo", e in particolare del lavoro sessuale, in relazione alle catene globali dei prodotti agro-industriali, con specifico riferimento al distretto di Foggia. Avvalendosi di una rilettura critica della teoria del sistema mondo attraverso un punto di vista di genere, l'articolo esamina diverse forme di divisione sessuale del lavoro e di organizzazione dei nuclei domestici transnazionali. In particolare, si analizza l'organizzazione delle baraccopoli di lavoratori e lavoratrici provenienti dall'Africa Occidentale, dove sussiste una rigida divisione del lavoro e dove il lavoro sessuale viene retribuito, a differenza di quanto avviene negli insediamenti di migranti stagionali dell'Europa dell'est, dove le donne sono soggette a un doppio regime di sfruttamento. Questo si articola sia nella sfera del lavoro domestico e di cura, che viene prestato dalle donne a titolo gratuito e in aggiunta al lavoro nei campi, che all'interno dei rapporti stessi di lavoro salariato - non solo il lavoro delle donne viene in molti casi considerato accessorio a quello degli uomini, ma in molti casi datori di lavoro ed intermediari pretendono dalle lavoratrici donne prestazioni sessuali gratuite, o esercitano su di loro forme più o meno esplicite di molestia. Allo stesso tempo, il saggio mette in luce la potenzialità del lavoro di cura, quando non mercificato, di promuovere forme di solidarietà tra lavoratori e sostenere le loro lotte per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, le quali però di solito ignorano la dimensione di genere nello sfruttamento. Data questa ambivalenza del lavoro di cura, come forma di sfruttamento e allo stesso tempo come pratica potenzialmente sovversiva, e l'importanza di riconoscere l'intreccio tra le catene globali della cura e la produzione agro-industriale, il saggio si riferisce alle "catene merce-cura". Tali relazioni ed ambivalenze portanto pertanto a mettere in discussione qualsiasi distinzione nette tra sfera produttiva e riproduttiva.
Keywords:Lavoro riproduttivo; sessualità; agroindustria; catene globali della merce
Irene Peano, Global care-commodity chains: Labour re/production and agribusiness in the district of Foggia, southeastern Italy in "SOCIOLOGIA DEL LAVORO " 146/2017, pp 24-39, DOI: 10.3280/SL2017-146002