Titolo Rivista INTERAZIONI
Autori/Curatori Antonio d’Angiò
Anno di pubblicazione 2020 Fascicolo 2020/1
Lingua Italiano Numero pagine 14 P. 110-123 Dimensione file 214 KB
DOI 10.3280/INT2020-001008
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L’architettura di questo contributo, essenzialmente clinico, poggia su quattro assi portanti. Il primo riguarda l’inquadramento della storia di un giovane gambiano, Lamin, nell’eterogeneo scenario culturale ed etnico-religioso di un Islam che si presenta come un prodotto sincretistico ad alta complessità e sempre più contiguo al mondo animista delle forze invisibili. Il secondo concerne il racconto del giovane Lamin che, poco più che undicenne - quando nessuno lo vede - riesce a fuggire dal suo villaggio dove non ha più diritto di dimora in quanto accusato dallo zio marabou di essere la causa della maledizione che si è abbattuta sulla famiglia. Sotto il peso di un segreto insostenibile e di vistosi sentimenti di paura e di vergogna, Lamin attraversa, il Mali, il Niger ed arriva in Libia dove viene abusato e torturato. Il terzo riguarda l’approdo di Lamin su un barcone in Sicilia all’età di 15 anni e mezzo. Dirà alle psicologhe che lo hanno in carico da ormai vari anni: "Negli ospedali italiani non sanno curare la mia malattia perché non la vedono". Il quarto è quello metapsicologico che tenta di legare il mondo dell’invisibile alla visibilità dell’inconscio.;
Keywords:Islam, cosmogonia mandinka, dislocazione, visibilità, inconscio.
Antonio d’Angiò, Per una nuova clinica dell’asilo. Tra mondo dell’invisibile e visibilità dell’inconscio in "INTERAZIONI" 1/2020, pp 110-123, DOI: 10.3280/INT2020-001008