Titolo Rivista MONDI MIGRANTI
Autori/Curatori Enrico Fravega, Jacopo Anderlini
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2025/3
Lingua Inglese Numero pagine 7 P. 9-15 Dimensione file 120 KB
DOI 10.3280/MM2025-003001
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This text examines the Mediterranean as a contested space constituted through multiple lines of tension, rather than as a unified entity. Drawing on diverse disciplinary traditions – from Braudel's historical-cultural analysis to the Black Mediterranean intersectional approach – the issue conceives the Mediterranean as a “boundary object”: sufficiently stable to maintain identity, yet malleable enough to assume new meanings across different social worlds. While acknowledging how EU border policies – memoranda with Libya and Tunisia, SAR zones redefinitions, hotspots – materially reinforce barriers through the racialisation of maritime space, the special issue also highlights how the same context generates encounters and solidarity practices. The articles collected analyse three interconnected dimensions: the material aspects of border assemblages and their role in producing the migrant as “alien” subject; the complex interplay between necropolitical measures and practices of solidarity; and methodological innovations developed through “seawork” – an ethnographic practice engaging with the sea, favouring collective writing and circular analysis, thus unsettling epistemologies inherited from land-based research.
Questo testo esamina il Mediterraneo come spazio conteso costituito attraverso molteplici linee di tensione, piuttosto che come unica entità. Attingendo a diverse tradizioni disciplinari – dall’analisi storico-culturale di Braudel all’approccio intersezionale del Mediterraneo nero –il Mediterraneo viene concepito come “boundary object”: sufficientemente stabile da mantenere un’identità, ma abbastanza malleabile da assumere nuovi significati attraverso differenti mondi sociali. Pur riconoscendo come le politiche di confine dell’UE – memorandum con Libia e Tunisia, ridefinizioni delle zone SAR, hotspot – rafforzino materialmente le barriere attraverso la razzializzazione dello spazio marittimo, il numero speciale evidenzia anche come lo stesso contesto generi pratiche di incontro e solidarietà. Gli articoli raccolti analizzano tre dimensioni interconnesse: gli aspetti materiali degli assemblage di confine e il loro ruolo nella produzione del migrante come soggetto “alieno”; la complessa interazione tra misure necropolitiche e pratiche di solidarietà; le innovazioni metodologiche sviluppate attraverso il “seawork” – una pratica etnografica che si confronta con il mare, privilegiando la scrittura collettiva e l’analisi circolare, destabilizzando così le epistemologie ereditate dalla ricerca terrestre.
Parole chiave:studi mediterranei; confini; mobilità; pratiche di solidarietà; seawork; confine umanitario; necropolitica.
Enrico Fravega, Jacopo Anderlini, A new gaze on the Mediterranean crossroads: mobilities, frictions and encounters in "MONDI MIGRANTI" 3/2025, pp 9-15, DOI: 10.3280/MM2025-003001