Il tema dei tempi della città si è ufficialmente affacciato sulla scena urbana con la legge 142 del 1990 sulle Autonomie locali e ha ben presto assunto le caratteristiche di un problema organizzativo a tutti gli effetti per la città contemporanea.

A dieci anni dalle prime riflessioni e azioni concrete relative al rapporto tra tempi della vita quotidiana e sviluppo urbano, a Genova si è compiuta una nuova ricerca riguardante aspetti innovativi e valutativi in rapporto a tempi e orari della città. L'indagine, di carattere prevalentemente qualitativo, ha preso in considerazione i vissuti e le modalità di vita quotidiana in una prospettiva di lettura dei problemi legati all'uso del tempo e alle trasformazioni urbane.

La città presenta una peculiare struttura della popolazione, un sistema insediativo articolato, molto diversificato per qualità e densità, e caratterizzato da un quadro infrastrutturale problematico, con tracce ancora evidenti delle conseguenze della deindustrializzazione, delle alterne vicende del porto, dello sviluppo del settore terziario; appare segnata dai sintomi della transizione da una condizione industriale a una postindustriale e da quelli - più ambigui - da una situazione socio-culturale moderna a una di "modernità radicale".

Contro questo sfondo emergono profili diversi di percezioni del tempo e di uso degli orari urbani, sulla base comune di una valutazione duplice di Genova nei suoi aspetti metropolitani e locali.

Antida Gazzola , sociologa, insegna Sociologia urbana presso la facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Genova. Dirige il Centro di Ricerca Applicata e di Formazione sulle dinamiche Territoriali e Sociali (CRAFTS) del dipartimento POLIS della stessa Università. È autrice di numerosi saggi e monografie tra cui Gli abitanti dei nonluoghi (Roma, 1997); Metaferia. Dialogo sulla città (Torino, 1999).