La Globalizzazione mette in discussione la centralità degli stati nazionali come massima espressione politica della modernità. Le multinazionali, le istituzioni sopranazionali, come il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, il mercato finanziario globale, l'Unione europea, da una parte e il dilagare dei nazionalismi periferici e dei localismi, dall'altra, determinano una crisi dall'alto e dal basso della sovranità statale. Di fronte a tale scenario si moltiplicano e si intersecano tesi e antitesi circa l'eclissi della statualità.

A partire da una ricostruzione storico-sociologica dell'origine dello stato e delle numerose altre crisi che ne hanno accompagnato il divenire, il volume mette a confronto le differenti posizioni teoriche che animano l'attuale dibattito delle scienze sociali sul declino della politica ed introduce una serie di elementi per una analisi più rigorosa della questione dello stato nazionale oggi. L'esito della riflessione suggerisce che, nell'era globale, lo stato non si estingue, ma è certamente soggetto ad una metamorfosi che lo porta ad assumere ruoli inediti all'interno di una geografia politica, sociale, economica e culturale diventata fluida e instabile.

Andrea Borghini , dottore di ricerca, collabora stabilmente con il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Pisa; si occupa prevalentemente di temi legati alle trasformazioni politiche e sociali sia sotto il profilo storiografico e critico sia sotto quello empirico. Tra i suoi lavori Karl Popper. Politica e Società (Angeli, Milano 2000).