Gli italiani sono da sempre considerati grandi risparmiatori anche se, negli ultimi tempi, qualcosa sembra essere cambiato nella propensione al risparmio e nelle tipologie di prodotti finanziari contenuti nel loro salvadanaio.

Stiamo, forse, perdendo progressivamente la caratteristica di laboriose e parsimoniose formiche - con una particolare attenzione agli anni della vecchiaia - per assumere comportamenti meno prudenziali e lungimiranti, oppure si tratta di un adattamento "biologico" alle modificazioni intervenute nel sistema economico?

È noto che, in generale, le abitudini e gli stili di vita degli italiani si stanno modificando in diversi aspetti che contraddistinguono la struttura socioeconomica, e la propensione al risparmio, quale comportamento sociale, non sfugge a queste modificazioni.

Tali cambiamenti sembrano dipendere in parte dalle trasformazioni intercorse nella società nel suo complesso e negli stili di vita individuali e familiari, in parte dalle modifiche intervenute nel sistema economico anche a seguito di particolari congiunture e appuntamenti programmati, non per ultimo l'ingresso dell'Italia nell'Unione Europea e l'introduzione dell'euro.

Abbandonato il comparto del reddito fisso, che garantiva un flusso costante di denaro in un certo senso "virtuale", i risparmiatori sembrano aver reagito in modo positivo ai recenti cambiamenti climatici del sistema - a volte percepiti come veri e propri uragani - orientandosi verso nuove e differenziate forme di risparmio e previdenza.

Anche l'offerta di prodotti finanziari ha seguito con attenzione le scelte e le propensioni del "popolo degli investitori", diventando sempre più variegata e personalizzabile e, in questo senso, un ruolo non secondario è da attribuire alla recente e progressiva diffusione del trading on line.

Ma quali sono i fattori principali sulla base dei quali gli italiani scelgono gli investimenti e modulano la domanda finanziaria? Qual è la loro reazione di fronte ad una gamma sempre più ampia di tipologie di investimento? Disorientamento o selezione sulla base di precisi e ragionati criteri? E il "fattore banca" ha sempre la prevalenza nel traghettare il risparmio degli italiani verso determinati prodotti piuttosto che altri, o sembrano emergere nuovi canali di intermediazione?

Le riflessioni contenute in questo volume si riferiscono ad una recente indagine, condotta dall'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO) su un ampio campione di popolazione, ed offrono interessanti spunti di riflessione su un tema, quello degli investimenti, da sempre al centro di importanti scelte individuali e familiari, le cui conseguenze influenzano, talvolta in modo significativo, l'intero assetto del sistema economico nazionale.

Renato Mannheimer , presidente dell'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO), insegna Metodologia delle scienze politiche all'Università di Genova.

Patrizia Misciattelli , amministratore delegato del Gruppo J. Rothschild Assurance Italia e della neocostituita Nascent S.I.M., con una ventennale esperienza nella distribuzione di servizi finanziari in Italia.

Stefania Operto , ricercatrice senior dell'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO), insegna Rilevazioni di statistica politica all'Università di Genova.