La storia dell’Afghanistan è stata sempre profondamente segnata dalle mire espansionistiche di altri stati, che hanno usato il paese come territorio-cuscinetto, terreno di conflitto su basi religiose e tribali, come campo di battaglia della Guerra fredda. L’emersione del fenomeno talebano è stata l’evoluzione di decenni di conflitti e della distruzione della tradizionale struttura tribale, entrambi generati dalle politiche messe in atto da Unione Sovietica, Pakistan, Stati Uniti, India e i loro rispettivi alleati. Diventato territorio di conquiste e rivendicazioni, il paese ha perso la sua identità nazionale. Ora l’Afghanistan ha la possibilità di ricostituire un nuovo progetto nazionale, ma per questo sono necessari, da un lato, un nuovo equilibrio tra gli stati vicini (un nuovo dialogo tra India e Pakistan, per esempio, facilitato dagli Stati Uniti e da una coalizione internazionale) e dall’altro una spinta unificatrice che provenga dallo stesso Afghanistan, per individuare leaders che possano superare divisioni religiose ed ideologiche in favore di quello che potrebbe essere il primo progetto di stato post-westfaliano della regione.