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The purpose of this paper is to share an experiential account of my visit to Ancona in Italy. The focus of this paper will be on a vibrant small community of Bangladeshi ethnic groups that have residentially and economically been concentrated near Ancona railway station. This paper is an exploratory attempt to understand their arrival, and overall living in Ancona. There has been considerable debate around the topic of migrants, some countries show resistance and others remain protective of them. Social forces like globalisation and liberalization have created a situation where discussions of immigrants are needed to understand the political environment of destination countries. There is no doubt that social economic and political crises in different parts of the globe have compelled them to move in different directions. In Europe, too native people were forced to move outside of their countries of origin to places where the favourable political environment could accommodate them as immigrants and allow these immigrants to equally adjust to their social and cultural milieu as well as to learn to accommodate in the culture of a county of arrival and manage their existence in the new socio-economic frame. On a macro scale, there are issues of terrorism, national security, racism, identity, and conflict in the labour market and so on. With increasing globalization moving out of their native land to explore opportunities for livelihood and employment has increased, these immigrants are also looking for a conflict-free environment, the aspirations and dreams of immigrants are to improve their lives, but their arrivals impact the social, economic, and political situations of destination countries. The obligations and impulses of immigrants need deeper understanding, especially their daily existence, issues related to inclusivity and their social identity in changing economic scenarios in different parts of Europe.
Le tecnologie digitali hanno fatto breccia nel sistema educativo durante la pandemia, non solo per scopi di apprendimento ma anche come strumenti di mediazione delle relazioni istituzionali tra scuola, famiglia, insegnanti e studenti, sebbene il dibattito sul tema fosse già sviluppato da diversi anni. Alla luce di ciò, la ricerca è stata condotta - tra il 2019 e il 2020 - in un complesso scolastico marchigiano, per indagare come l’uso delle nuove tecnologie possa incidere sia sulle relazioni istituzionali tra scuola e famiglia sia sulla qualità dell’apprendimento, sviluppando competenze e attitudini degli studenti. Metodi qualitativi e quantitativi sono stati utilizzati per analizzare dati raccolti tramite la somministrazione di un questionario a un campione ragionato di insegnanti. I risultati hanno mostrato che l’interpolazione di spazi fisici e virtuali per mediare le relazioni sociali e le modalità di interazione tra contesti privati, pubblici e istituzionali si rivela problematica. Ciò, a causa della grande stratificazione di informazioni, linguaggi, pratiche e rappresentazioni, che determina una condizione di frammentazione all'interno della quale scuola, famiglia e insegnanti cercano di trasmettere ai bambini valori e conoscenze coerenti. Tali aspetti, dovranno essere oggetto di un'attenta programmazione politica sia a livello nazionale che europeo, valutando anche la possibilità di introdurre figure professionali (ad esempio educatori, psicologi, assistenti sociali) di mediazione nel dialogo tra scuola e famiglia e dedicate alla consulenza e al supporto degli studenti.
L’articolo trae spunto dall’esperienza, in qualità di docente e volontario, presso il Polo universitario della Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”. Il polo universitario presso l’istituto penitenziario subalpino costituisce la prima esperienza di didattica universitaria in carcere che, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, ha conosciuto un processo di progressivo ampliamento ed istituzionalizzazione, sino a giungere alla creazione di una rete di poli universitari che in Italia si riconoscono nella Conferenza Nazionale Universitaria Poli Penitenziari-CNUPP. Le riflessioni proposte adottano una prospettiva sociologica per interrogarsi sull’impatto prodotto all’interno del sistema penitenziario e di quello accademico da tale processo di istituzionalizzazione. Muovendo dal caso torinese, l’autore presenta delle considerazioni, sia sui risultati ottenuti grazie all’esperienza dei poli universitari penitenziari, sia sugli aspetti ad oggi più problematici.
Il conflitto di Gaza scoppiato a seguito degli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023 si sta configurando sempre più come “guerra asimmetrica”, o ineguale, tra l’esercito regolare israeliano e Hamas. Sebbene Hamas sia stata annoverata come formazione terroristica da paesi appartenenti al blocco Nato in aggiunta a Israele e Giappone, il gruppo presenta caratteristiche peculiari che collimano con le categorie politiche e – si potrebbe aggiungere – geopolitiche individuate da Carl Schmitt nel libro pubblicato nel 1963 dal titolo Teoria del partigiano. In questo trattato, infatti, il teorico tedesco, partendo dalla considerazione dei nuovi scenari bellici e dalla crisi dello Stato nel panorama internazionale, mette in evidenza gli elementi che hanno caratterizzato le formazioni partigiane nella storia otto-novecentesca, enfatizzando, tra gli altri, anche il fattore geografico. Prendendo le mosse dal quadro teorico ed epistemologico formulato da Schmitt, annoverando anche la letteratura geografica già presente sul tema, il presente articolo si pone l’obiettivo di inserire Hamas e il conflitto a Gaza all’interno di una cornice di riflessione critica non ancora sviluppata in letteratura e che potrebbe contribuire a meglio comprenderne la natura e a rivedere, potenzialmente, lo stesso intervento bellico nel teatro vicino-orientale.
La transizione energetica è stata promossa come una strategia fondamentale per affrontare la crisi climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, manca una discussione critica sulla distribuzione ineguale di costi e benefici, specialmente nei territori marginalizzati. In questo articolo, analizziamo il caso della Sardegna, in cui le logiche estrattive e speculative della transizione riproducono dinamiche coloniali. Attraverso l’analisi del progetto del Tyrrhenian Link e la risposta di un presidio territoriale anticoloniale, evidenziamo il rischio di trasformare l’isola in una zona di sacrificio per la produzione di energia destinata a centri di potere esterni. Radicate in una prospettiva femminista e anticoloniale, proponiamo una lettura transcalare che collega le politiche europee del Green Deal alle esperienze di resistenza nei territori in lotta.
How do subalterns circulate geopolitical knowledge? The death of the Italian ‘foreign fighter’ Lorenzo Orsetti in Rojava, while battling with the Kurds against the Islamic State, became the occasion to alter the streetscapes of his hometown Florence, Italy, with informal traces. Drawing on participatory observation and in-depth interviews with three types of agents (artists, political activists, and passers-by), this article contributes to the subaltern geopolitical scholarship with two main arguments. First, it emphasises the significance of mundane spaces for subaltern geopolitical knowledge circulation. Second, it explains why and how political graffiti resonates in Florence’s youth and affects the environment, inscribing the Kurdish struggle in the urban fabric.
La finanziarizzazione ha acquisito centralità nei dibattiti accademici e pubblici, in particolare dopo la crisi finanziaria del 2008, evidenziando il crescente ruolo della finanza nei processi urbani. Come risultato, immobili, infrastrutture, e progetti di sviluppo urbano sono stati progressivamente considerati come asset finanziari grazie all’affermarsi di mercati, attori e narrazioni finanziarie. Sebbene questo fenomeno sia stato ampiamente studiato a livello internazionale, in Italia la letteratura rimane limitata. Questa sezione monografica della Rivista Geografica Italiana intende colmare tale lacuna, offrendo una rassegna critica della letteratura e proponendo nuove prospettive per lo studio della finanziarizzazione dal contesto italiano. Gli autori analizzano il dibattito globale, indagando come le dinamiche della finanziarizzazione trovino espressione nel caso italiano, con particolare attenzione a temi quali abitare, affitti a breve termine, progetti di sviluppo urbano e infrastrutture. Questo articolo introduttivo si articola in quattro sezioni: un’introduzione che espone obiettivi e metodologia condivisi dagli autori; un inquadramento teorico che esamina l’emergere della finanziarizzazione come tema urbano; una sintesi dei contributi presenti nel volume; e infine, alcune proposte per sviluppare ulteriormente la ricerca geografica italiana, evidenziando come uno sguardo “dall’Italia” possa arricchire il dibattito teorico internazionale.