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Cristina Bianchetti

Il corpo ascetico

U3 iQuaderni

Fascicolo: 29 / 2025

In questo articolo prosegue una traiettoria di studi su trasformazioni urbane e progettazione urbanistica. Più precisamente, l’articolo tratta delle tensioni che attraversano oggi le discipline che si occupano di trasformazione urbana, provando a costruire un itinerario tra alcuni frammenti di ragionamento tornati con forza nella riflessione urbanistica contemporanea. Questi frammenti si annodano a concetti importanti con una lunga storia: rischio, protezione, potere pastorale, corpo somatico, biopolitica. Hanno radici esterne ai nostri campi, ma hanno giocato al loro interno e ancora giocano, anche se in modi differenti. In questo scarto, in questa distanza con l’uso che ne è stato fatto in passato, si situa il loro interesse.

Giovanni Caudo

Editoriale

U3 iQuaderni

Fascicolo: 29 / 2025

Valeria Campinoti

Riscoprire le proprie risorse: un caso di Psicoterapia Breve nel trattamento della dipendenza da cocaina

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

Questo articolo presenta un caso clinico di un uomo di 50 anni con una dipendenza da cocaina, trattato con psicoterapia breve. L’intervento terapeutico si è focalizzato sull’esplorazione e il potenziamento delle risorse del paziente, incluse le passioni personali, il legame familiare e le esperienze di successo passate nel superamento di altre dipendenze. Il trattamento ha portato alla sospensione dell’uso di cocaina e a un miglioramento generale del benessere psicologico, dimostrando l’importanza delle risorse individuali nel percorso di guarigione.

Marcella Bellani, Angelo Grossi

La comunicazione terapeutica come traduzione

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

L’incontro con un paziente mutacico, chiuso in un mondo difficilmente esplorabile, rappresenta una grande sfida terapeutica. La costruzione della fiducia e della alleanza terapeutica si affida a ripetuti tentativi comunicativi, che consentono nel tempo la costruzione di uno spazio intersoggettivo che rende possibili la comprensione ed il riconoscimento reciproco. Tale assetto utilizza come chiave di lettura gli sviluppi della teoria dell’informazione.

Angelica Giannetti, Francesca Moccia

Famiglie, cambiamenti e risorse: quando la Terapia a Seduta Singola fa squadra

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

Obiettivo dell’articolo è quello di illustrare i tratti distintivi dell’implementazione della Terapia a Seduta Singola (TSS) rispetto agli interventi con le famiglie. La TSS è un metodo d’intervento innovativo applicato da oltre trent’anni a livello internazionale, basato sulle risorse e sul principio che una singola seduta può rappresentare un intervento efficace. Il Metodo Italiano dell’Italian Center for Single Session Therapy si configura come un intervento resource–based e strength-oriented. Attraverso il paradigma della ricerca intervento, il metodo si presta a continue evoluzioni e funzionali adattamenti che consentano di massimizzare l’efficacia di un singolo incontro, inteso sia come unico momento di intervento che come primo di altri. Attualmente, rappresenta il punto di partenza di un continuo lavoro di ricerca, finalizzato allo studio di pratiche, competenze e tecniche innovative, in grado di rendere l’intervento sempre più mirato alle esigenze della persona e breve nella durata. La TSS applicata al contesto delle famiglie rappresenta una leva di cambiamento fondamentale per affrontare i cambiamenti legati al ciclo di vita dei membri del sistema famiglia. Attraverso la descrizione dei casi clinici si potrà osservare il metodo in azione con problematiche legate all’adolescenza.

Attraverso un rapsodico excursus storico che procede dal mondo greco fino all’attualità, l’Autore tratteggia le modalità storiche di entrata in scena della figura del giovane sia nel micro ambito familiare che in quello macro sociale. L’articolo propone una visione d’insieme dei fenomeni dissociali e violenti mettendo in risalto particolarmente gli elementi di continuità piuttosto che le diverse tipologie. Il contributo si sofferma su particolari manifestazioni storiche ed artistiche che ritraggono esemplarmente la complessità del tema.

Michele Poletti, Valentina Iannuzzi, Omar Daolio

Psicopatologia dell’adolescenza e risposta clinico-organizzativa: l’esperienza del Centro Diurno Aïda di Reggio Emilia

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

A partire dall’inizio della pandemia di COVID-19, si è registrato un incremento significativo dei disturbi psicopatologici in adolescenza (11-17 anni), accentuando una tendenza già presente nel decennio precedente, come evidenziato da recenti studi nazionali e internazionali. Questo aumento riguarda sia la prevalenza generale dei disturbi mentali che la frequenza dei casi più gravi e acuti, i quali spesso richiedono un intervento tempestivo e un ricovero specialistico. Tuttavia, l’offerta di posti letto per ricoveri neuropsichiatrici in questa fascia d’età risulta ancora molto limitata, con una strutturazione inadeguata nei reparti di diagnosi e cura psichiatrica tradizionali per accogliere pazienti minorenni. In risposta a questa emergenza clinica e organizzativa, nel febbraio 2024 è stato avviato presso il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia il Centro Diurno Adolescenza Aïda. Il servizio, rivolto a giovani con gravi disturbi psichiatrici, offre un intervento semi-residenziale strutturato con attività cliniche, riabilitative e laboratoriali, a diversi livelli di intensità (alta, media, bassa), in base alla gravità clinica e al monitoraggio dell’andamento terapeutico. Il presente contributo si propone di effettuare un primo bilancio di questa esperienza a livello clinico e organizzativo ad un anno dall’apertura, contribuendo ad una riflessione su modelli assistenziali innovativi per la salute mentale in età evolutiva.

Davide Elia Bertani

Un sintomo emergente: la sofferenza intrapsichica dei giovani come “fenomeno pop”?

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

Negli ultimi anni, si è osservato un fenomeno socioculturale e clinico emergente: la “popolarizzazione” della sofferenza intrapsichica tra gli adolescenti. Questo elemento comprende una crescente tendenza dei giovani a identificarsi con diagnosi psichiatriche, una fascinazione per il ruolo di “paziente psichiatrico” e un interesse per le terapie, specialmente farmacologiche. Mentre tali comportamenti possono rappresentare una ricerca di senso e legittimazione del proprio disagio, e una maggior consapevolezza circa il tema della salute mentale, si sollevano però interrogativi critici sul rischio di una medicalizzazione eccessiva, sull’impatto delle diagnosi precoci e sulla capacità dei servizi di salute mentale di accogliere e rispondere a questa complessità. Questo articolo esplora il fenomeno nei suoi aspetti psicologici, culturali e clinici, proponendo riflessioni per il futuro della psichiatria dell’adolescenza.

Based on ‘radical interactionism’ (Athens, 2007) and narrative criminology (Presser & Sandberg, 2015), this contribution foregrounds violent offenders’ ‘cosmology’ – a notion directed at reassigning a meaning to (violent) human behaviour beyond any rigid and formal distinction between ‘normality’ and psychic suffering. This concept helps to recognise and understand the symbolic and emotional dimensions that are accessed by social actors when they prepare and carry out a violent act. Drawing on the story of Stefania Albertani and using ‘transformative interviews’, we aim to valorise the reflexive knowledge that emerges from the first-person narrative of the offender. In so doing, we advance an innovative theoretical proposal that aims at producing a form of transformative knowledge with the potential of problematising and re-orienting the public imagination around violent offenders and prison institutions.

Pierpaolo Martucci

Educare il selvaggio. I Lombrosiani e la delinquenza minorile

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

L’articolo rievoca la concezione dell’infanzia elaborato da Cesare Lombroso, secondo la quale il bambino presenta tratti tipici del selvaggio e del delinquente ed è privo del senso morale, che si sviluppa solo tramite il percorso educativo. Questa concezione, influenzata dal darwinismo e dall’evoluzionismo ed espressa per la prima volta nel 1883, sembra in parte anticipare alcuni concetti poi elaborati da Sigmund Freud. L’affinità tra la condizione infantile e quella del selvaggio e del “pazzo morale”, evidenziata da Lombroso e Marro era largamente condivisa nella criminologia positivista, mentre in Italia cresceva l’allarme sociale per il grave incremento della devianza minorile. Nonostante la loro impostazione biodeterminista, gli studiosi lombrosiani ritenevano che, nella maggior parte dei casi, precoci e adeguati interventi educativi e formativi su fanciulli problematici potessero agevolmente riportare l’evoluzione individuale alla corretta linea filogenetica che conduceva ad un adulto onesto e socialmente responsabile. L’articolo ricorda anche il tentativo di realizzare, all’inizio del Novecento, una riforma radicale del sistema italiano di giustizia minorile, attraverso il cosiddetto “Codice Quarta”, elaborato con il contributo di illustri esponenti positivisti ma successivamente abbandonato, soprattutto per la forte ostilità espressa dalla Chiesa Cattolica.

Susanna Pietralunga, Claudia Salvioli, Roberta Farina

I nuovi volti del disagio, della devianza e della criminalità del minore. Un’analisi criminologica sugli attuali fattori di incidenza

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

Il disagio giovanile, la cui insorgenza costituisce l’antecedente della possibile evoluzione verso le condotte di devianza e criminalità e verso il disagio psichico, è oggi strettamente correlato con i numerosi cambiamenti che derivano dalla transizione che caratterizza la cultura sociale nell’attuale momento storico, e che costituisce un fattore di destabilizzazione per la popolazione adulta ma, ancor più, per i minori e per i giovani, la cui struttura di personalità è ancora in via di definizione. Si segnala, perciò, l’importanza di approfondire, in particolare con gli strumenti di carattere multidisciplinare propri della Criminologia, i fattori di influenzamento che derivano dalle numerose dinamiche che, in ambito familiare e sociale, condizionano attualmente il percorso evolutivo e di crescita dei giovani.

Susanna Pietralunga, Paolo Vistoli, Davide Elia Bertani

Editoriale

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2025

Ferdinando Bitonte, Giuseppe Ruggiero, Maurizio Ceccarelli, Nicoletta Cella

Libri

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 138 / 2025

- P. Coppie da salvare. La terapia come ultima occasione Milano: Raffaello Cortina 2024, pp. 464, € 32,00
- Siegel D.J., Schore A.N., Cozolino L. (a cura di) Neurobiologia interpersonale e pratica clinica Milano: Raffaello Cortina 2025, pp. 416, € 34,00
- Paris J. Miti del trauma. Perché le esperienze negative non ci fanno necessariamente ammalare Milano: Raffaello Cortina Editore 2024, pp. 192, € 20
- Ortiz F. Contrappunto cubano del tabacco e dello zucchero origini del pensiero transculturale Roma: Borla 2025, pp. 168

Monica Tosto, Alessandra Salerno, Iolanda Raciti, Aluette Merenda

Diventare madre mentre si cresce. Influenza dei processi di differenziazione del Sé sull’adattamento al ruolo genitoriale delle madri adolescenti

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 138 / 2025

Questo studio si propone di analizzare la connessione tra la differenziazione del sé e i livelli di parenting stress di un gruppo di neomamme di età compresa tra 15 e 20 anni, includendo alcune variabili moderatrici quali: l’adattamento diadico, l’autostima materna e il supporto sociale percepito. Le analisi hanno evidenziato i seguenti risultati significativi: 1) il taglio emotivo e la fusione con gli altri sono predittori del parenting stress (rispettivamente, X3: ß = -.38 con ? < .05; X4: ß = .36, con ? = .05); il taglio emotivo si è inoltre rivelato un predittore significativo dell’interazione disfunzionale genitore-figlio (ß = -.42 con ? < .05), mentre la fusione con gli altri predice un bambino difficile (ß = .39, con ? < .05). È stato riscontrato un effetto predittivo della sottodimensione positiva dell’autostima sul bambino difficile (ß = -.37; ? < .05), e un effetto predittivo della coesione diadica sul bambino difficile (ß = -.40; ? < .05). I risultati sono discussi in una prospettiva socio-culturale e considerando le loro implicazioni sulla maternità precoce, soprattutto in Italia.

Questo articolo esplora il ruolo della coppia nella psicoterapia dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), evidenziando come il partner possa rappresentare una risorsa terapeutica attiva nel percorso di cura. Attraverso l’analisi delle interazioni tra dimensioni individuali e relazionali, emerge che la terapia di coppia non solo migliora la qualità del rapporto, ma incrementa anche la consapevolezza delle vulnerabilità e delle risorse personali. Un partner consapevole delle dinamiche relazionali e delle strategie di regolazione emotiva favorisce il cambiamento e la mentalizzazione, elementi fondamentali nel trattamento dei DNA. L’approccio terapeutico deve considerare la coppia come un sistema interdipendente, in cui le dinamiche intrapsichiche e relazionali si riflettono e si amplificano reciprocamente. Creare un ambiente sicuro e supportivo all’interno della relazione potenzia l’integrazione del trattamento e la gestione efficace del disturbo. Ulteriori ricerche sono necessarie per definire i criteri ottimali di integrazione della terapia di coppia nei protocolli per i DNA.