Il presente contributo non ha l’obiettivo di spiegare la sessualità e la spiritualità come singoli vissuti umani ma di identificarne i punti di contatto, le differenze in-conciliabili, le aree di sovrapposizione e le zone di dissolvenza affrontate diretta-mente nella relazione con i pazienti, quindi in ambito di vita quotidiana. È sempre difficile fare chiarezza su costrutti così complessi, soprattutto quando l’uno si dissolve nell’altro ed è impossibile tornare alla "neutralità" originaria perché, in fin dei conti, noi siamo il prodotto della miscela dei nostri vissuti e non la somma delle singole esperienze. Il proposito, quindi, sarà quello di analizzare, la combinazione delle due dinamiche, pur anticipandone, distintamente, la doverosa descrizione, in termini storici, culturali e simbolici. L’intento è una prova di disarcionamento della visione dicotomica del moderno homo sapiens, ove il desiderio è posto al centro della visione antitetica: se amo una persona, non posso anche odiarla, se amo la "carne", non posso amare anche Dio. La coesistenza in noi stessi, a volte anche simultanea, di due vissuti diploici così profondi, condiziona radicalmente il Sé, la percezione di sé e la comprensione dell’altro. Solo l’atto eroico di addentrarci nella scoperta del nostro labirinto emotivo può mettere luce là dove la paura della singola persona ha fissato, per difesa, uno stereotipo sociale.