Questo articolo pone l’attenzione su alcuni scienziati sociali (Gramsci, Germani e Sorokin) e, in particolare, sul loro "posizionamento" rispetto alla guerra o altre forme di conflitti e oppressione (come le dittature) al fine di sottolineare come in realtà il "posizionamento" degli scienziati sociali possa ancora oggi incidere sulla costruzione dell’opinione pubblica e sui processi di pacificazione.