LIBRI DI MARIA FRIGO

Gli spazi collaborativi sono nuovi luoghi di lavoro, come coworking, incubatori o hub creativi. Questo libro raccoglie i contributi di studiosi che da anni si occupano del fenomeno degli spazi collaborativi, offrendo strumenti di analisi e di gestione che possono essere d’aiuto sia per i gestori di questi luoghi sia per gli amministratori locali che vogliono utilizzare tali spazi per l’implementazione di politiche di sviluppo territoriale e di sostegno al lavoro.

Nello scenario della Quarta Rivoluzione industriale la modalità di organizza-zione ed esecuzione del lavoro acquisisce sempre più rilevanza. Anche in Italia, sia nelle aziende private sia nella Pubblica Amministrazione, si sta diffondendo una forma di organizzazione ed esecuzione del lavoro che prevede maggiore autono-mia nella scelta di tempi, luoghi e modalità: lo Smart Working (SW), regolato, a livello nazionale, da una legge ad hoc (l. 81/2017) nei termini di lavoro agile. Proponiamo qui una rassegna della letteratura sul tema, limitata alla produzione degli studiosi dell’accademia italiana. In generale allo SW viene riconosciuta la capacità di coniugare gli obiettivi dei lavoratori con quelli delle imprese, contri-buendo quindi alla loro competitività e sostenendo le istanze dei nuovi modelli or-ganizzativi emergenti. Lo SW implica anche più formazione e acquisizione di nuo-ve competenze per i lavoratori, così come per gli specialisti HR e i manager chia-mati ad abbandonare la cultura della presenza e del controllo in nome di fiducia e condivisione. Infine, il dibattito è decisamente esteso in ambito giuridico: dalla comparazione tra SW e telelavoro, alla metamorfosi dei poteri datoriali, ai concetti di subordinazione e autonomia, al ruolo della contrattazione collettiva, al diritto alla disconnessione e all’applicazione dello SW nel particolare contesto della pub-blica amministrazione.

In this article the Authors review the relationship between strategy and management control (MCS) by confronting the two most largely accepted lines of thinking in the literature - the so-called "contingency" and "alternative". Authors identify conceptual and methodological limitations of both approaches, analysing critiques coming from both sides and identifying complementarities within epistemological differences. In the light of the radical changes in the business environment that firms have faced in the last two decades, the ability to change both in the exploitation and exploration directions is considered to be crucial. For the purpose of adaptation, we argue that strategy and MCS interact in a two-way relation rather than being linked by a hierarchy, and their evolution over time can therefore be seen as a co-evolution. This approach shifts attention to dynamism and poses at least two main challenges to scholars addressing the MCSstrategy relationship. Firstly, at the methodological level, non-positivistic approaches may offer a prominent contribution to understanding change, nevertheless they are taken with an amount of suspicion by the mainstream academic community; this problem must be faced by promoting reciprocal comprehension and by supporting dialogue in dedicated editorial indicatives. Secondly, at the conceptual level, MCS is designed to support the implementation of strategic exogenous targets. However, if we consider strategy formulation and strategy implementation as part of a single process of mutual creation, scholars are asked to deploy the paradox of systems designed to control goals that are dynamic, unstable and imprecise in nature. This requires to rethink the form and components of MCS, and their desired degree of specification.