LIBRI DI MARIO MIRRI

Mario Mirri

Sugli "orrori sociali" perpetrati dai bolscevichi

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 158 / 2017

Il saggio esamina criticamente gli studi degli ultimi decenni dedicati all’URSS negli anni trenta e affronta la questione delle violenze, efferatezze e feroci repressioni degli anni del terrore staliniano, cercando di inquadrarle nel contesto storico politico dell’epoca, per formulare una linea interpretativa di quelle vicende della storia dell’URSS diversa dagli schemi correnti.

Mario Mirri

Lettera a Francesco Benigno, Pisa 15 gennaio 2015

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 158 / 2017

Il PSI ha esercitato un ruolo marginale nell’Italia repubblicana, conseguenza del fatto di aver avuto, fino alla sua crisi determinata dall’attacco fascista nel primo dopoguerra, una classe dirigente imbevuta di volontarismo e anarco-sindacalismo che hanno minato irrimediabilmente la forza e la capacità di presa del Partito. È il Partito comunista che nell’Italia del secondo dopoguerra svolge una politica socialdemocratica, ma regolato e governato secondo norme antidemocratiche (cooptazione e centralismo), mutuate dall’esperienza bolscevica, norme che impediscono un reale ricambio del gruppo dirigente e ne producono una crescente incapacità di cogliere i mutamenti profondi nella società italiana. Il PCI, di fatto nato nel 1941, nel nuovo quadro politico internazionale, creato dall’alleanza antifascista tra USA, Gran Bretagna e URSS, e diventato politicamente significativo dal 1943, non ha nulla a che vedere con le violenze e gli orrori sociali perpetrati nella Russia bolscevica e durante il terrore staliniano. Questo è il PCI che riesce a guidare i gruppi partigiani e poi l’opposizione di sinistra nell’Italia repubblicana, con l’apporto di giovani quadri che, contrariamente a quanto sostenuto da R. De Felice e da molti altri storici e pubblicisti, non sono passati direttamente dall’adesione al fascismo a quella al comunismo, nel segno di una ininterrotta vocazione per il totalitarismo, ma attraverso un percorso mediato dall’esperienza liberaldemocratica.

Mario Mirri

Soltanto alcune precisazioni

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 158 / 2017

In questo intervento l’autore, rispondendo alle osservazioni e critiche esposte nei saggi precedenti, affronta la questione del ruolo "speciale", rispetto alle altre nazioni dell’Europa occidentale, del PCI come principale forza d’opposizione di sinistra nell’Italia della I repubblica, della presunta egemonia culturale comunista tra gli intellettuali italiani, dell’antifascismo come valore fondativo dell’Italia repubblicana. Esamina quindi l’altro importante problema della dimensione, variegata, della Resistenza, della dislocazione politica di ampi strati del popolo italiano tra il 1943 e il 1945, e dei modi e contenuti con cui il PCI riuscì a diventare il principale partito di riferimento per tantissimi protagonisti della Resistenza e della costruzione dell’Italia democratica.

Mario Mirri, Renzo Sabbatini

L'impegno di una generazione.

Il gruppo di Lucca dal Liceo Machiavelli alla Normale nel clima del Dopoguerra

Un’ambiziosa operazione culturale che pone in relazione tre piani temporali: gli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale quando, prima al Liceo Classico Niccolò Machiavelli di Lucca e poi alla Scuola Normale, si formano i quattro protagonisti di questi ricordi; le giornate di studio di Lucca del 1997; la riflessione di oggi, che dà contesto storico e profondità al caso di studio lucchese e propone feconde linee interpretative sugli ultimi cinquant’anni di storia italiana ed europea.

cod. 2000.1413