LIBRI DI RODOLFO VITTORI

Rodolfo Vittori

Una cultura di confine

Cultura scritta d’élite, biblioteche e circolazione del sapere a Bergamo (1480-1600)

L’opera colma un vuoto nella storiografia della cultura bergamasca tra Medioevo e prima età Moderna. I risultati di questa ricerca smentiscono lo stereotipo della Bergamo rinascimentale come area culturalmente arretrata, proponendo la tesi di una cultura di confine in grado di assimilare una molteplicità di correnti culturali e di rielaborarle in una sorta di sperimentazione sincretica.

cod. 1792.272

Attraverso l’analisi di documenti inediti o sinora poco utilizzati (carte di polizia e corrispondenza clandestina), l’autore ricostruisce l’attività cospirativa antifascista di Ernesto Rossi dal 1925 al 1930, evidenziando il ruolo fondamentale da lui svolto nel promuovere in Italia una rete clandestina che rappresentò la principale forma di opposizione al fascismo in ambito liberaldemocratico e socialista. Col loro immane impegno, i componenti di questa rete (con Rossi, Riccardo Bauer, Nello Traquandi, Umberto Ceva, Ferruccio Parri, solo per citarne alcuni), oltre a riuscire a mettere a punto nell’Italia centrosettentrionale un’articolata distribuzione di stampa clandestina, un valido sistema di scambio di informazioni con gli antifascisti fuorusciti e varie azioni propagandistiche, costituirono l’indispensabile retroterra organizzativo e politico del movimento di Giustizia e libertà, nato a Parigi nel 1929. L’autore fa anche luce sul duplice livello investigativo di cui fu oggetto Rossi da parte degli apparati di polizia del fascismo: quello condotto in forme blande e circoscritte, a partire dalla fine del 1926, dagli organi periferici del ministero dell’Interno e l’altro, attivato in modo totalmente separato dall’Ovra tra settembre e ottobre 1930, che portò all’arresto di Rossi e del gruppo dirigente in Italia di Giustizia e libertà, di cui egli era parte.