TY - JOUR PY - 2013 SN - 2037-7649 T1 - Campo incarnato, rêverie corporea e pazienti con blocchi della simbolizzazione JO - EDUCAZIONE SENTIMENTALE DA - 9/15/2013 12:00:00 AM DO - 10.3280/EDS2013-020003 UR - http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=49260 AU - Civitarese, Giuseppe SP - 25 EP - 31 IS - 20 VL - LA - IT AB - Per sbloccare situazioni in cui vi è una seria difficoltà a pensare, perché mancano le basi per un funzionamento più evoluto della mente, ossia uno sfondo di sufficiente familiarità o continuità dell’essere, la via per la simbolizzazione può passare per la capacità dell’analista di mantenere una vita immaginativa, ma prima ancora di fare attenzione al suo sognare nel corpo (o, meglio, nel campo somatico) quello che succede. In questo modo egli entra in contatto con la crisi e ne dà una prima rappresentazione che in sé è salvifica. Le rêverie somatiche si distinguono dagli enactment, teorizzati entro la cornice di una psicologia unipersonale come scarica emotiva inconscia che si oppone al pensare piuttosto che essere in continuità con esso, dalle rêverie sensoriali perché manca una qualità immediatamente percettiva e dalle azioni interpretative perché non c’è intenzionalità. Esse realizzano una sorta di unisono sensoriale-fisico (come essere uno stesso corpo) che è la base per esperire poi forme più differenziate di unisono. Naturalmente perché si possa utilizzare in questo senso, questo concetto deve essere collocato entro un quadro di riferimento interpersonale o entro una teoria di campo: è solo allora, dal risveglio interpretativo, che per lo più non viene esplicitato al paziente, che deriva il suo carattere di "sogno". PB - FrancoAngeli ER -