TY - JOUR PY - 2018 SN - 1972-5523 T1 - Kim di Rudyard Kipling: il "Great Game" e il gioco dell’immaginazione narrativa JO - STORIA URBANA DA - 3/15/2019 12:00:00 AM DO - 10.3280/SU2018-160005 UR - http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=63520 AU - Pagetti, Carlo SP - 141 EP - 155 IS - 160 VL - XLI LA - IT AB - Nel romanzo Kim (1901), Rudyard Kipling cerca di comprendere la complessità dell’India, quale paese multietnico, sotto l’impero britannico apparentemente benevolo (Raj). Il paesaggio umano e geografico dell’India, derivato dall’esperienza personale di Kipling, si sviluppa attraverso un cruciale dispositivo narrativo: i due personaggi principali sono un giovane sahib, di origini irlandesi, trasformato in un onnipresente ragazzo camaleontico e un venerabile, ingenuo, lama buddista, alla ricerca del sacro Fiume della Freccia. Viaggiando insieme, sono involontariamente coinvolti da un’altra figura paterna (Mahbub Ali, un commerciante di cavalli afgano) nel Grande Gioco, un’eredità storica del XIX secolo della lotta per il potere coloniale, ponendo i "veri" governanti britannici contro le avide spie russe. La crescente rilevanza del Grande Gioco, per la quale Kim viene istruito dai suoi maestri bianchi, è sottolineata soprattutto dai critici postcoloniali, che rilevano uno sgradevole significato ideologico sottointeso che indebolisce l’intero processo estetico. La complessità della trama di Kim, tuttavia, che introduce diverse interpretazioni della realtà (la ruota della vita buddista è vista come una persistente alternativa al Grande Gioco) e che mette in discussione l’identità ibrida di Kim, non consente una facile risposta. In aggiunta, attraverso Kim, il Grande Gioco acquisisce una qualità giocosa e umoristica che ricorda ai lettori lo sforzo creativo dell’autore, puntando a un livello più profondo di immaginazione e plasmando una relazione affascinante tra il mondo interiore di Kim e l’immensità profonda dell’India PB - FrancoAngeli ER -