Il saggio affronta una fase della storia del Partito comunista tunisino, dominato dalla presenza di militanti e dirigenti italiani, in un periodo importante non solo per la storia della Tunisia, ma anche per quella dell’antifascismo italiano, fra la metà degli anni Trenta e la metà degli anni Quaranta. Il focus è posto sulla figura e il ruolo di un dirigente comunista di origine sarda, Velio Spano, futuro costituente e senatore della Repubblica, che in Tunisia trascorse gli anni fra il 1938 e il 1943, operando attivamente ai vertici del Pct e nella stampa antifascista tunisina in lingua italiana. L’analisi affronta il difficile rapporto fra partito comunista e movimento nazionalista, in particolare il Neo-Destur di Bourguiba. Ne emerge da un lato un rapporto conflittuale per la sostanziale difficoltà da parte del movimento antifascista in generale, e del Partito comunista tunisino in particolare, a rapportarsi alle tematiche connesse alla questione coloniale, in un momento in cui le forze erano concentrate sulla lotta al nazifascismo e alle vicende belliche; dall’altro sono evidenziabili alcuni tratti di vicinanza poiché la questione coloniale finì per imporsi nel dibattito interno al Partito comunista tunisino, dando avvio a un processo trasversale di presa di coscienza della natura stessa del sistema coloniale e del forte legame esistente fra emancipazione sociale e liberazione nazionale.