BOOKS BY SILVIA VEGETTI FINZI

The search has found 41 titles

Silvia Vegetti Finzi

Corpo macchina e soggettività femminile

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 2 / 2001

A partire dal Saggio sull’intelletto umano di Locke, del 1691, l’identità si pone come un problema, una volta che il concetto di anima unica, individuale e universale sia stato distrutto. Il quesito assume, come nota Remo Bodei, la forma del trauma e del lutto: "che cosa resta di me dopo che il mio corpo si consuma nel tempo e le mie idee si dissolvono?" Su questo interrogativo Silvia Vegetti Finzi sviluppa il concetto di identità corporea femminile, in una prospettiva psicoanalitica nella quale essa viene letta non già nell’evidenza dei suoi segni, ma sull’Altra scena, quella dell’inconscio. Nel percorso viene presa in considerazione la crisi dell’Io-pelle, i concetti di Io narrante e Io mitopoietico, per giungere a considerazioni relative alla società attuale e all’identità in relazione al cyberspazio.

Silvia Vegetti Finzi

Un'introduzione a La notte dell'anima

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

Un libro complesso, difficile, che però ripaga il lettore di aver attraversato un terreno tra i più impervi ma anche tra i più ricchi della psicoanalisi, cioè quello del simbolo.Tema del libro in realtà non è tanto il simbolo quanto la simbolizzazione, con tutte le sue complesse peripezie che vanno dalle lusinghe della totalità ("voglio tutto subito" secondo il principio di piacere) alle dilazioni del possibile (principio di realtà). Dall’onnipotenza dell’immaginario alla subordinazione del simbolico alla legge che lo governa. Il titolo del libro non è immediatamente trasparente al lettore. In senso retorico significa fare esperienza del grado zero della comunicazione, cioè affrontare il mutamento catastrofico. "La trasformazione in zero" dice l’autore "corrisponde alla visione cui erano ammessi gli iniziati nei misteri eleusini", quindi c’è qualcosa che compare alla visione. Qui siamo giunti al simbolo come limite, come "non oltre" della conoscenza, come un aldilà che si lascia intuire, come durante i misteri, ma che non si lascia conoscere nel senso razionale del termine. Il riconoscimento del soggetto che si ha alla fine dell’analisi per Lacan non consiste nel gioco dell’intersoggettività. Conclude così Lacan: "Quando vogliamo raggiungere nel soggetto ciò che stava prima dei giochi seriali della parola" "quindi questo punto zero cui tende Bion" "e ciò che è primordiale alla nascita dei simboli, lo troviamo nella morte, donde la sua esistenza trae tutto ciò che di senso essa ha".

Silvia Vegetti Finzi

Contrappunto alle relazioni

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

Penso, come Bauleo, che queste siano le occasioni più importanti perché si confronta la riflessione con la pratica, il passato con il futuro. Sono molto contenta di essere qui grazie a Voltolin. Sono più ottimista di lui su Sesto San Giovanni in quanto, confrontandola con il resto delle città e con le mie altre occasioni d’incontro, devo dire che è una realtà sociale straordinaria che ha conservato memoria del proprio passato, e non a caso questa iniziativa sorge proprio qui. Non sarà facile riprendere i temi che sono stati trattati questa mattina nelle tre relazioni che mi hanno preceduta. Ho notato però una cosa: qui si è fatta veramente psicoanalisi, nel senso che c’è stata storia, utopia e soprattutto interrogazioni. Nessuno ha portato delle conoscenze definitive, ma tutti hanno aperto continuamente a nuovi contesti di riflessione e di crescita. Questa esperienza mi fa pensare ai policlinici psicoanalitici, innanzitutto a quello di Berlino degli anni ’20; mi fa pensare all’impresa di Alexander Mitscherlich del ’56 ad Heidelberg, di una clinica psicoanalitica aperta al sociale, che ha poi portato anche all’apertura a Berlino dell’istituto "Sigmund Freud", dove si facevano studi simili ai nostri di oggi, ovvero psicologia aperta alla società. Come saprete, Mitscherlich è l’autore di Verso una società senza padre, un libro molto datato, ma profetico, perché più e più volte si è parlato dell’eclissi del padre, il che non vuol dire che non rimanga una funzione superegoica interna, ma ancora più forte ed incontrollabile in quanto priva di un referente esterno, e quindi di possibili modulazioni nel corso dell’esperienza reale. Voltolin ha fatto riferimento a due autori: Reich e Adler. Reich ha tentato per primo di articolare la psicoanalisi con il marxismo che agiva all’interno del movimento operaio, e ha trovato dei mediatori, per usare una parola di Napolitani, nell’autoritarismo.

Fondazione Ambrosianeum, Eugenio Zucchetti

Milano 2001

Rapporto sulla città

cod. 1260.43

Franca Pizzini, Lia Lombardi

Madre provetta.

Costi, benefici e limiti della procreazione artificiale

cod. 623.24

Marina Mengarelli Flamigni

I bambini nel cassetto

Le molte facce della procreazione: uno sguardo socio-culturale sulla fertilità e sulla infertilità

cod. 1260.42