La dimensione politica dei diritti sociali nelle dichiarazioni del Consiglio d'Europa

Journal title AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI
Author/s Guido Bellati Ceccoli
Publishing Year 2002 Issue 2002/2 Language Italian
Pages 14 P. File size 44 KB
DOI
DOI is like a bar code for intellectual property: to have more infomation click here

Below, you can see the article first page

If you want to buy this article in PDF format, you can do it, following the instructions to buy download credits

Article preview

FrancoAngeli is member of Publishers International Linking Association, Inc (PILA), a not-for-profit association which run the CrossRef service enabling links to and from online scholarly content.

La rilevanza politica e giuridica dei diritti sociali non cessa di aumentare da quando l'opinione pubblica internazionale si è resa conto dell'innegabile legame che esiste tra i diritti fondamentali generalmente riconosciuti e i diritti sociali, economici e culturali (d'ora in poi "DS"), di cui è talvolta messa in discussione, almeno in una certa misura, la natura di diritti umani à part entière. I primi sono definiti "diritti civili e politici" (d'ora in poi "DC") e sono protetti in maniera più accentuata rispetto ai secondi, ad esempio in sede ONU e in seno al Consiglio d'Europa (d'ora in poi "CE"). E' stata infatti lamentata l'esistenza di sistemi internazionali di protezione "a due velocità", nelle due Organizzazioni internazionali citate, dato che i DC, rispetto ai DS, sarebbero tutelati da meccanismi di controllo più efficaci. I due Accordi delle Nazioni Unite concernenti le due categorie di diritti, pur non prevedendo la possibilità per gli individui di dar vita a procedure propriamente giudiziarie nei confronti dello Stato accusato, stabiliscono una serie di norme sulla presentazione di rapporti governativi e sulla discussione di eventuali violazioni. L'Accordo sui DS sottopone tuttavia ogni possibile forma di controllo all'esistenza di certe precondizioni che rendono più ardua la ricerca di eventuali responsabilità delle Autorità statali. Nel sistema creato in seno al CE, organismo "regionale" (europeo) incentrato sui diritti umani, la situazione sembra essere diversa. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (anche prima della riforma attuata con il Protocollo n° 11 alla CEDU, che ha eliminato la prima fase di esame dei ricorsi effettuata dalla Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo), esercita un potere giudiziario internazionale, dall'indiscusso valore giuridico, per la tutela degli individui, anche non cittadini dei Paesi Membri, che ritengano violati i loro diritti fondamentali, nella misura in cui tali diritti siano previsti dalla CEDU, tenendo conto dell'interpretazione fornita dalla giurisprudenza della Corte stessa.

Guido Bellati Ceccoli, La dimensione politica dei diritti sociali nelle dichiarazioni del Consiglio d'Europa in "AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI" 2/2002, pp , DOI: