Italian banks and the trade with the Soviet Union

Journal title VENTUNESIMO SECOLO
Author/s Filippo Sbrana
Publishing Year 2017 Issue 2017/40
Language Italian Pages 19 P. 30-48 File size 419 KB
DOI 10.3280/XXI2017-040003
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The essay focuses on the commitment of Italian banks to increase export in the USSR. In the late 1950s, Khrushchev was re-opening Soviet trade with the Western countries. At the same time, Italian foreign policy was opening up to new cooperation in the Mediterranean area and towards the Eastern Bloc. Trade became the starting point for new economic and political relationships between Rome and Moscow. Soviets needed long-term loans with low rates to buy special industrial supplies. Italian bankers gave funding and, working as financial experts, provided useful support to the government’s project and to exporters.

Keywords: Banks; Export Finance; Foreign Trade; Italy; USSR; Experts

  1. Per un inquadramento si vedano A. Graziosi, L’Urss dal trionfo al degrado. Storia dell'Unione Sovietica 1945-1991, il Mulino, Bologna 2008; G. Caredda, Le politiche della distensione 1959-1972, Carocci, Roma 2008; E. Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Laterza, Roma-Bari 1994, pp. 877 e ss.
  2. Sull’argomento si segnalano: A. Giovagnoli, L. Tosi (a cura di), Amintore Fanfani e la politica estera italiana. Atti del convegno di studi tenutosi a Roma il 3 e 4 febbraio 2009, Marsilio, Venezia 2010; E. Martelli, L’altro atlantismo. Fanfani e la politica estera italiana (1958-1963), Guerini e associati, Milano 2008. A. Varsori, L’Italia nelle relazioni internazionali dal 1943 al 1992, Laterza, Roma-Bari 1998, in particolare pp. 124-156; L.V. Ferraris, «Est-ovest e nord-sud nella politica estera italiana», in A. Giovagnoli (a cura di), Interpretazioni della Repubblica, il Mulino, Bologna 1998, pp. 149-176; P. Cacace, Vent'anni di politica estera italiana (1943-1963), Bonacci, Roma 1986.
  3. F. Grassi Orsini, «La “svolta diplomatica” del secondo governo Fanfani», in P. Craveri, G. Quagliariello (a cura di) Atlantismo e europeismo, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, pp. 331-361.
  4. Fanfani fu presidente del Consiglio dal luglio 1958 al febbraio 1959, periodo in cui tenne per sé la guida del ministero degli Esteri. Fu nuovamente a capo dell’Esecutivo, in due distinti governi, dal luglio 1960 al giugno 1963. Fu poi ministro degli Esteri nel maggio 1962, durante il governo da lui presieduto, e nuovamente dal marzo al dicembre 1965 nel II governo Moro e ancora dal febbraio 1966 al giugno 1968 nel III governo Moro.
  5. A. Riccardi, «Radici storiche e prospettive ideali di una politica estera», in A. Giovagnoli, L. Tosi (a cura di), Amintore Fanfani e la politica estera italiana, cit., pp. 27-38.
  6. G. Cigliano, La Russia contemporanea. Un profilo storico (1855-2005), Carocci, Roma 2005. Sulla posizione statunitense: A. Castagnoli, La Guerra fredda economica. Italia e Stati Uniti 1947-1989, Laterza, Roma-Bari 2015. Si veda anche B. Benocci, Le aspettative italiane e il commercio con l’Est europeo tra malumori americani e profferte sovietiche (1957-1960), «Eunomia», IV n.s., 2015, n. 1, pp. 89-116, che fra l’altro sottolinea l’importazione di tecnologia in Russia quale elemento di lungo periodo.
  7. Esistono diversi studi sulle relazioni fra i due Paesi in questi anni, ai quali si è fatto ampio riferimento nella redazione del saggio: B. Bagnato, Prove di Ostpolitik. Politica ed economia nella strategia italiana verso l’Unione Sovietica 1958-1963, Leo S. Olschki editore, Firenze 2003; A. Salacone, Le relazioni italo-sovietiche nel decennio 1958-1968. Uno sguardo da Mosca, «Storicamente», n. 9, 2013, n. 5, pp. 2-7; id., «Le relazioni italo-sovietiche negli anni dell’avvio del Centro-Sinistra e dei primi tre governi Moro nelle carte della diplomazia sovietica», in R. Moro, D. Mezzana (a cura di), Una vita, un Paese. Aldo Moro e l’Italia del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2014, pp. 443-465; F. Bettanin, M. Prozumenščikov, A. Roccucci, A. Salacone (a cura di), L’Italia vista dal Cremlino. Gli anni della distensione negli archivi del Comitato centrale del PCUS (1953-1970), Viella, Roma 2015. Si segnala infine il volume di A. Salacone, La diplomazia del dialogo. Italia e Urss tra coesistenza pacifica e distensione (1958-1968), in via di pubblicazione.
  8. B. Bagnato, Prove di Ostpolitik, cit., pp. 52-58, al quale si rinvia per una più ampia ricostruzione della vicenda.
  9. 9 Sull’argomento Carli rilasciò un’intervista al quotidiano «Il Tempo», pubblicata il 22 marzo 1958.
  10. B. Bagnato, Prove di Ostpolitik, cit., p. 75.
  11. Ivi, p. 578.
  12. Molto eloquenti al riguardo le considerazioni riportate in Camera di commercio di Milano, Giornata di studio sul commercio estero italiano-sovietico. 11 dicembre 1961, Camera di commercio, industria, artigianato e Agricoltura, Milano 1962. Sui dati dell’interscambio Istat, Statistica annuale del commercio con l’estero, Failli, Roma.
  13. Cfr. B. Bagnato, Prove di Ostpolitik, cit., p. 293 (ma si vedano anche pp. 248-249). Altri dettagli in E. Martelli, L’altro atlantismo, cit., pp. 175-194, dove si trova riscontro della richiesta di Chruščëv di crediti a lungo termine, verso la quale Gronchi si mostrò disponibile.
  14. B. Bagnato, Prove di Ostpolitik, cit., pp. 362-364.
  15. Cfr. F. Bettanin, M. Prozumenščikov, A. Roccucci, A. Salacone (a cura di), L’Italia vista dal Cremlino, cit., pp. 262-264.
  16. Così ad esempio in S. La Francesca, Storia del sistema bancario italiano, il Mulino, Bologna 2004; F. Giordano, Storia del sistema bancario, Donzelli, Roma 2007.
  17. P. Peluffo (a cura di), Storia del Mediocredito centrale, Laterza, Roma-Bari 1997; M. Bagella (a cura di), Efibanca e l’industria italiana, Giunti, Firenze 1999; G. Piluso, Mediobanca. Tra regole e mercato, Egea, Milano 2005; F. Sbrana, Portare l’Italia nel mondo. L’Imi e il credito all’esportazione 1950-1991, il Mulino, Bologna 2006.
  18. Si trattava della legge 22 dicembre 1953, n. 955, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 31 dicembre 1953.
  19. Sia consentito rinviare a F. Sbrana, Guido Carli banchiere pubblico, «Storia economica», a. X, 2012, n. 1, pp. 65-109, in cui è approfondito lo specifico punto di vista di Carli sulla normativa.
  20. V. Fava, La Fiat e la AutoVAZ di Togliatti. Alla ricerca del fordismo perduto, «Storicamente», 9, 2013, n. 4, p. 5.
  21. G. Piluso, Mediobanca, cit., pp. 74-75.
  22. Dalla fine del 1956 fu anche consulente dell’Associazione Bancaria Italiana e per un breve periodo, fra 1959 e 1960, presidente del Crediop.
  23. Su Carli in questi anni F. Sbrana, Guido Carli da banchiere a governatore. Economia, relazioni internazionali, commercio estero (1952-1960), Guida, Napoli 2013. Un profilo biografico d’insieme in A. Gigliobianco, Via Nazionale. Banca d’Italia e classe dirigente: cento anni di storia, Donzelli, Roma 2006, pp. 262-307.
  24. Era l’unico ministro non democristiano in un governo “monocolore” guidato da Adone Zoli.
  25. Si veda ad esempio G. Carli, Cinquant’anni di vita italiana, in collaborazione con P. Peluffo, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 246-249.
  26. Si veda ad esempio riguardo all’accordo per l’export in Cecoslovacchia datato 28 febbraio 1967, in Archivio storico Intesa Sanpaolo, Patrimonio Istituto Mobiliare Italiano (in seguito ASIMI), Convenzioni estero (1955 - 1980), Convenzioni con Paesi esteri serie numerata (1955 - 1979), b. 3 (Cecoslovacchia, Congo).
  27. Fra gli altri si veda A. Iacopini, L’espansione della Banca Commerciale Italiana in Europa orientale durante il fascismo, «Diacronie. Studi di Storia Contemporanea », n. 15, 3, 2013.
  28. La definizione si trova nel Bilancio sul 1968, ora pubblicato in E. Cuccia, Relazioni di Bilancio di Mediobanca 1947-1982, Mediobanca, Milano 2007, p. 222.
  29. Ivi, pp. 202-203. Le percentuali indicano l’importo dei finanziamenti destinati a quei Paesi tenendo presente tutte le operazioni dall’inizio delle attività, quindi anche in anni in cui i confini commerciali con l’Est erano chiusi. Questo indica che negli anni Sessanta l’incremento fu fortissimo.
  30. Così già nella relazione sul Bilancio 1961-‘62 (il bilancio dell’Imi veniva chiuso al 31 marzo). Nella documentazione di questo istituto i dati sono riferiti all’Europa, che coincideva sostanzialmente con l’intera Europa dell’Est, dal momento che la quota di questi finanziamenti destinata all’Europa Occidentale fu sempre marginale.
  31. Sull’attività dell’Imi in questo campo F. Sbrana, Portare l’Italia nel mondo, cit.
  32. Nuovo accordo con Belgrado di collaborazione economica, «Il Globo», 22 febbraio 1957.
  33. Si veda ad esempio la lettera dell’Imi alla citata banca, datata 18.3.1961, che fa riferimento all’accordo intergovernativo del 27.11.1960, ASIMI, Convenzioni estero (1955-1980), Convenzioni con Paesi esteri serie numerata (1955-1979), b. 15 (Polonia).
  34. Così nel contratto senza data conservato in ASIMI, Convenzioni estero (1955-1980), Convenzioni con Paesi esteri serie numerata (1955-1979), b. 21 (Urss), in cui si fa riferimento all’accordo fra governi del 5 febbraio 1964. Sull’Urss si veda anche il materiale conservato in ASIMI, Convenzioni estero (1955-1980), Convenzioni per nazioni 1961-1980, b. 34. Altri esempi si potrebbero fare, ma sono molto simili.
  35. Lettera della Yugoslav Investment Bank all’Imi, 25.07.1959, in ASIMI, Convenzioni estero (1955-1980), Convenzioni con Paesi esteri serie numerata (1955-1979), b. 12 (Jugoslavia).
  36. Negli anni successivi furono autorizzate anche altre banche, a partire dal Credito italiano.
  37. C. Brambilla, C.A. Ciampi, A. Manzella, R. Prodi, La sfida internazionale della Comit, il Mulino, Bologna 2013. Alcune informazioni su Monti in F. Brambilla, 1973-2013: quarant’anni di Intesa Sanpaolo in Russia, «Archivio storico news», newsletter di Intesa Sanpaolo, n. 18-19, luglio-ottobre 2013, pp. 8-9.
  38. Maggiori dettagli in G. Lombardo, V. Zamagni, L’Istituto Mobiliare Italiano, il Mulino, Bologna 2009, pp. 458-459.
  39. Istat, Annuario statistico italiano, annate varie.
  40. Alcune osservazioni sui riflessi politici di tale accordo in N. Perrone, Obiettivo Mattei. Petrolio, Stati Uniti e politica dell’ENI, Gamberetti, Roma 1995, pp. 141-180.
  41. Per una ricostruzione più approfondita si veda A. Salacone, La diplomazia del dialogo, cit.
  42. V. Castronovo, Fiat 1899-1999. Un secolo di storia italiana, Rizzoli, Milano 1999, pp. 1109 e ss; V. Fava, La Fiat e la AutoVAZ di Togliatti, cit.
  43. Così ha affermato più volte l’allora vice-capo del Kgb in Italia Leonid Kolosov, riferendosi in modo specifico al tasso d’interesse dell’accordo creditizio. Cfr. Atti parlamentari, XIV legislatura, Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta concernente il «dossier Mitrokhin», resoconto stenografico della 30ª seduta, martedì 10 giugno 2003, pp. 8-9; F. Dragosei, I miei agenti erano alti funzionari, «Corriere della Sera», 13 ottobre 1999.
  44. Basti considerare uno fra i tanti accordi di cui si è detto, ad esempio quello per una grossa fornitura della Pirelli in Unione Sovietica: era relativa a «macchinari, attrezzature, documentazione tecnica e know how» necessari per la realizzazione di un impianto di produzione di gomma. Cfr. Convenzione Pirelli, 20 marzo 1968 in ASIMI, Convenzioni estero (1955-1980), Convenzioni con Paesi esteri serie numerata (1955-1979), b. 21 (Urss).
  45. B. Bagnato, Prove di Ostpolitik, cit., pp. 294-297. Un’altra preoccupazione presente in seno alla Nato era che il commercio potesse legare troppo i singoli Paesi Occidentali all’Urss.
  46. A. Castagnoli, La Guerra fredda economica, cit., pp. 126-131; si veda anche V. Castronovo, Fiat 1899-1999, cit., e V. Fava, La Fiat e la AutoVAZ di Togliatti, cit.
  47. B. Benocci, Le aspettative italiane e il commercio con l’Est europeo, cit.
  48. Così nel Consiglio di Amministrazione dell’Imi del 23 gennaio 1963, in ASIMI, Verbali del Consiglio di Amministrazione, vol. IX, pp. 123-124. Le affermazioni riportate erano espressione anche di alcuni consiglieri.
  49. G. Lombardo, V. Zamagni, L’Istituto Mobiliare Italiano, cit., pp. 117 e ss.
  50. IMI, Bilancio 1970-71, Roma 1971. Per quanto concerneva l’Europa socialista, seguivano la Polonia (28 miliardi dall’inizio delle attività) e la Romania (quasi 22 miliardi). Cifre minori erano state destinate in Cecoslovacchia e Bulgaria, mentre scarse erano le attività in Germania Orientale. Il primato dell’Urss sarebbe stato confermato per tutto il decennio seguente. L’importanza dell’Europa dell’Est trova conferma anche nell’insieme delle banche italiane, cfr. M. De Cecco, G. Ferri, Le banche d’affari in Italia, il Mulino, Bologna 1996, p. 107.
  51. A. Salacone, Le relazioni italo-sovietiche negli anni dell'avvio del Centro-Sinistra, cit.
  52. V. Castronovo, Storia economica d’Italia. Dall’Ottocento ai nostri giorni, Einaudi, Torino 2010 (nuova edizione), p. 367. Fra di loro primeggiavano, per talento o per ruolo accademico, gli esponenti liberali.
  53. Cfr. N. Irti, Del salire in politica, Nino Aragno, Torino 2014, pp. 5-29.

Filippo Sbrana, Le banche italiane e il commercio con l’Unione Sovietica in "VENTUNESIMO SECOLO" 40/2017, pp 30-48, DOI: 10.3280/XXI2017-040003