Journal title PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE
Author/s Lawrence Friedman
Publishing Year 2018 Issue 2018/4
Language Italian Pages 38 P. 521-558 File size 153 KB
DOI 10.3280/PU2018-004002
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Heidegger cercò di afferrare l’interezza della realtà non frammentata da divisioni inconciliabili quali fatti e valori, oggettività e soggettività. Dato che questo tentativo sfida il linguaggio ordinario, sperò di coniare termini che, sebbene contraddittori all’interno di una frase, potessero suggerire un mondo unificato quando usati assieme ripetutamente in un modo nuovo ma regolare. In definitiva, Heidegger ammise con riluttanza che la sua concezione unificata era diventata un soggettivismo impersonale. In questa filosofia, le persone erano utili solo come trampolini di lancio per raggiungere l’essere, cioè un "tutto" che avrebbe inghiottito sia il paziente che l’analista. Ma, in se stessi, i termini di Heidegger sono ingannevolmente caldi ed empatici, diversamente dal significato che gli attribuiva Heidegger, il quale in modo austero non si interessava ai dettagli delle vite individuali. Di fatto, è proprio questa sua inflessibilità che rappresenta una lezione per gli psicoanalisti, poiché evoca il freddo vuoto al limite estremo del (fortunatamente incompleto) lavoro decostruttivo dello psicoanalista.
Keywords: Martin Heidegger; Tempo; Fenomenologia; Ermeneutica; Costruzione sociale della realtà
Lawrence Friedman, Esiste un Heidegger utilizzabile dagli psicoanalisti? in "PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE" 4/2018, pp 521-558, DOI: 10.3280/PU2018-004002