Auri sacra fames

Attraverso il significato di misura di tutti i valori attribuito al denaro nell’età moderna e nell’attuale fase dello sviluppo capitalistico, l’autore rinviene nella ritualità del dono, nella gratuità della festa, l’esatto corrispettivo della valorizzazione operata dal denaro, in quanto incontro che sospende e dispone un ridimensionamento della circolazione e dell’accumulo di ricchezza. Il dono è un prodotto del superfluo e la società dei consumi ha l’unico fine di eliminare il superfluo. Il lavoro psicoanalitico, non diversamente dal lavoro capitalistico, ha da sempre a che fare con l’eccedenza, con un qualcosa che ha sostituito la mancanza della mancanza originaria (angoscia) con un eccesso di produzione fantasmatica (consumistica). È ipotizzabile, da Lacan a Levinas, che la seduta psicoanalitica abbia a che fare con il riconoscimento del volto dell’altro, e si inscriva, nella sua essenza, in una pratica di accoglienza ed ospitalità dell’altro. Il necessario scambio economico esplicito nel pagamento dell’onorario dell’analista diventa un rituale che apre alla spontaneità, all’accoglienza, all’ospitalità tesa a rendere sensato il superfluo, a rendere ragionevole il doloroso accedere alla propria origine.;

Keywords:Moneta, rituale, dono, ospitalità

Mario Cirlà, Auri sacra fames in "COSTRUZIONI PSICOANALITICHE" 21/2011, pp 45-57, DOI: 10.3280/COST2011-021002