L'era di Antigone. Quaderno di Scienze filosofiche, sociali e politiche
Direzione: Giuseppe Limone Comitato di Direzione:
Luigi Alfieri, Domenico Amirante, Carmela Bianco, Francesco Cammisa, Giulio Maria Chiodi, Franco Cipriano, Giuseppe Cirillo, Vincenzo Cocco, Amedeo G. Conte, Lucia Di Costanzo, Francesco Di Donato, Pasquale Femia, Gianni Francesetti, Diego Giannone, Carlo Lanza, Aldo Masullo, Virgilio Melchiorre, Mariano Menna, Andrea Milano, Lucia Monaco, Gian Maria Piccinelli, Giuseppe Riccio, Giorgio Rivolta, Luca Robino, Livio Rossetti, Osvaldo Sacchi, Floriana Santagata, Sergio Sorrentino, Rosanna Verde, Luigi Vero Tarca, Alberto Virgilio, Angelo Zotti.
L’equità, dal punto di vista dell’esperienza giuridica, non può non tendere a un minimo di certezza, in quanto deve necessariamente darsi un corpo manifesto; e d’altra parte la certezza non può non tendere a un minimo di equità nel suo dover necessariamente realizzare un minimo di senso. Ma esiste nel mondo del Diritto una legge che dice che bisogna rispettare le leggi?
«Non esistono fatti, ma esistono interpretazioni» (Nietzsche): una sentenza vera solo in parte, in quanto non esistono interpretazioni senza fatti, e le stesse interpretazioni sono fatti. Occorre poi distinguere tra scale di verità, ossia tra scale di discorsi. Dire una verità errando nella scala a cui la si dice, è violare la verità. Una questione analoga si gioca fra il certo e il vero. Il volume si pone come un viaggio verso la decifrazione del certo e del vero.
Il volume individua nel nichilismo il problema della contemporaneità, un problema accentuato senz’altro dalla scienza contemporanea, che conosce il destino catastrofico che aleggia sul mondo. Se niente è, perché dovrebbe tenersi un certo comportamento anziché l’altro? Perché un tale comportamento piuttosto che la sua negazione?