@article{40178, year={2010}, issn={1972-5248}, journal={QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria}, number={3}, volume={}, doi={10.3280/QU2010-003006}, title={Sulla crisi: torniamo ai classici!}, abstract={Perché soltanto pochi economisti hanno previsto la crisi? La ragione principale è che la teoria economica è diventata una branca delle matematiche applicate, e ha perso di vista le istituzioni del mondo reale. In un’economia monetaria di produzione i fattori reali e i fattori finanziari sono interconnessi, così che la crisi non è un caso fortuito. Keynes e Marx mostrano che è vero l’opposto: è l’equilibrio che può darsi soltanto per un caso o per un disegno deliberato, poiché esso "ein Zufallist". I difetti della società in cui viviamo sono l’incapacità di assicurare la piena occupazione e una distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e del reddito, sono gli stessi difetti denunciati da Keynes nel 1936. E la filosofia sociale di Keynes ne costituisce l’unica via di uscita.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=40178}, author={Giorgio Lunghini} pages={125-129}, language={IT}}