TY - JOUR PY - 2013 SN - 1972-5043 T1 - Banalità del male e costruzione culturale della violenza JO - PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE DA - 5/15/2013 12:00:00 AM DO - 10.3280/PU2013-002015 UR - http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=48408 AU - Dei, Fabio SP - 369 EP - 378 IS - 2 VL - 47 LA - IT AB - Il concetto di "banalità del male", specie nelle sue declinazioni di senso comune, tende a spiegare la disposizione alla violenza come legata a un vuoto o a un’assenza: l’uccisione della coscienza morale, la "mancanza di pensiero" che Hannah Arendt attribuisce a Eichmann, le "teste vuote" che contrassegnano la delinquenza giovanile. In questo articolo, vengono sostenute le potenzialità di un approccio etnografico che consideri la violenza come un "pieno" - il frutto di processi pedagogici e di costruzione culturale, non meno di altre sfere dell’agire sociale. In particolare, viene discusso il problema della costituzione dei "soggetti violenti" e della loro genealogia in relazione a sistemi di pratiche sociali, in riferimento ad autori come Hannah Arendt, Franz Fanon e Giorgio Agamben. PB - FrancoAngeli ER -