Titolo Rivista AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI
Autori/Curatori Clelia Losavio
Anno di pubblicazione 2012 Fascicolo 2011/3
Lingua Italiano Numero pagine 15 P. 93-107 Dimensione file 381 KB
DOI 10.3280/AIM2011-003007
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In un quadro di crescente interesse da parte dell’opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione a nuove forme di vendita dei prodotti agricoli (mercati contadini) e alla scelta di prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale, alcune Regioni italiane, in questi ultimi anni, sono intervenute a disciplinare l’utilizzo dei prodotti cosiddetti "a chilometro zero" allo scopo di promuoverne la diffusione e il consumo. Si tratta di prodotti che, accorciando o eliminando la distanza tra produttore e consumatore, hanno un impatto ambientale ridotto in termini di biossido di carbonio prodotto, inquinamento dell’aria, traffico, incidenti e rumore. L’espressione italiana "a chilometri zero", infatti, deriva da quella anglosassone "food miles", utilizzata per distinguere un indicatore che misura "the distance food travels from the farm to consumer". Quest’indicatore permette di valutare l’impatto che un prodotto alimentare ha sull’ambiente sulla base dei chilometri percorsi dal luogo di produzione al luogo di consumo. L’osservazione delle suddette norme regionali fa emergere alcuni problemi proprio in relazione alla definizione di prodotti "a chilometri zero" in esse contenuta. Per un verso, infatti, tale definizione non dovrebbe contenere alcun riferimento all’origine regionale dei prodotti, potendo, altrimenti, le misure regionali di sostegno essere incompatibili con il diritto comunitario della concorrenza (come dimostra la vicenda della Regione Veneto). Per altro verso, lascia perplessi la scelta, operata da diversi legislatori regionali, di "allargare" la definizione di prodotti "a chilometri zero" fino a stravolgerne il significato originario. La sostenibilità legata al circuito breve produttore-consumatore, che dovrebbe distinguere questo genere di prodotti, infatti, non sembra essere una condizione imprescindibile ai fini dell’inclusione di un prodotto nella categoria di quelli "a chilometri zero", ma solo una caratteristica alternativa ad altre (stagionalità, tradizionalità, qualità dimostrata dall’attribuzione dei segni comunitari Dop, Igp, Stg).;
Keywords:Prodotti "a chilometri zero", mercati contadini, filiera corta, leggi regionali.
Clelia Losavio, I prodotti agricoli "a chilometri zero" nelle leggi regionali in "AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI " 3/2011, pp 93-107, DOI: 10.3280/AIM2011-003007