Tenere insieme gli opposti, alla ricerca di senso. Note sulla complessità di un caso borderline

Titolo Rivista PSICOBIETTIVO
Autori/Curatori Stefania Suriano
Anno di pubblicazione 2013 Fascicolo 2013/1
Lingua Italiano Numero pagine 5 P. 119-123 Dimensione file 186 KB
DOI 10.3280/PSOB2013-001009
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In questo lavoro viene proposta una rilettura del caso clinico di una paziente borderline dal punto di vista della psicologia analitica junghiana con riferimenti ad altri modelli psicodinamici. La grave sintomatologia della paziente, espressa nei momenti più critici con sintomi dissociativi, comportamenti impulsivi e acting out, sembra essere la rappresentazione di un corto circuito psichico, una forma di difesa di fronte a ripetuti e devastanti stati traumatici, identificabile come una condizione psicologica e psicosomatica caratterizzata dalla non pensabilità della paura e del dolore, che vengono negati, quando fallisce più volte anche a livello transgenerazionale il meccanismo che li percepisce, li controlla e li regola. L’espressione della sofferenza attraverso affetti archetipici esplosivi e indifferenziati è trasformata dalla terapia in sentimenti, che comunicano gli stati interiori del sé agli altri e consentono di accedere ad una dimensione di cambiamento e di sviluppo.;

Keywords:Borderline; trauma cumulativo; complesso; madre; suicidio; dissociazione.

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Stefania Suriano, Tenere insieme gli opposti, alla ricerca di senso. Note sulla complessità di un caso borderline in "PSICOBIETTIVO" 1/2013, pp 119-123, DOI: 10.3280/PSOB2013-001009