Titolo Rivista PARADIGMI
Autori/Curatori Julia Ng
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/1
Lingua Inglese Numero pagine 20 P. 41-60 Dimensione file 411 KB
DOI 10.3280/PARA2017-001004
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
This paper argues that the principle of continuity that underlies Benjamin’s understanding of what makes the reality of a thing thinkable, which in the Kantian context implies a process of "filling time" with an anticipatory structure oriented to the subject, is of a different order than that of infinitesimal calculus ? and that a "discontinuity" constitutive of the continuity of experience and (merely) counterposed to the image of actuality as an infinite gradation of ultimately thetic acts cannot be the principle on which Benjamin bases the structure of becoming. Tracking the transformation of the process of "filling time" from its logical to its historical iteration, or from what Cohen called the "fundamental acts of time" in Logik der reinen Erkenntnis to Benjamin’s image of a language of language (qua language touching itself), the paper will suggest that for Benjamin, moving from 0 to 1 is anything but paradoxical, and instead relies on the possibility for a mathematical function to capture the nature of historical occurrence beyond paradoxes of language or phenomenality.
In questo saggio si sostiene che il principio di continuità che è alla base della concezione benjaminiana di ciò che rende pensabile la realtà di una cosa - che nel contesto kantiano implica un processo di "riempimento del tempo" con una struttura anticipatoria orientata sul soggetto - è di ordine diverso rispetto a quello del calcolo infinitesimale. Si sostiene altresì che una "discontinuità" costitutiva della continuità dell'esperienza e (meramente) contrapposta allʼimmagine dell'attualità come infinita gradazione di atti in definitiva tetici non può essere il principio sul quale Benjamin fonda la struttura del divenire. Delineando la trasformazione del processo di "riempimento del tempo" dalla sua iterazione logica a quella storica, o da ciò che Cohen ha chiamato nella Logik der reinen Erkenntnis "gli atti fondamentali del tempo" allʼimmagine benjaminiana di un linguaggio del linguaggio (cioè un linguaggio che si occupa di se stesso), il saggio suggerisce che per Benjamin non è affatto paradossale procedere da 0 a 1, e fa affidamento sulla possibilità che ha una funzione matematica di catturare la natura degli eventi storici al di là dei paradossi del linguaggio o della fenomenalità. .
Keywords:Walter Benjamin, Calcolo infinitesimale (Continuità, Discontinuità), Hermann Cohen, Immanuel Kant, Matematica, Storia
Julia Ng, Acts of time: Cohen and Benjamin on mathematics and history in "PARADIGMI" 1/2017, pp 41-60, DOI: 10.3280/PARA2017-001004