Caregiver in carcere: avere cura di sé per avere cura dell’altro

Titolo Rivista RICERCHE DI PSICOLOGIA
Autori/Curatori Raffaella Galli, Antonella Polla, Paola Mosa, Rossano Botto, Maria Gabriella Lusi, Giuseppe Novelli
Anno di pubblicazione 2018 Fascicolo 2018/3
Lingua Italiano Numero pagine 16 P. 423-438 Dimensione file 58 KB
DOI 10.3280/RIP2018-003007
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

Nel presente contributo viene descritto un progetto sperimentale attivato all’interno della Casa Circondariale di Cremona nell’anno 2017, espressione di un approccio psico-culturale teso a valorizzare gli interventi di elaborazione e trasformazione dei comportamenti e degli stili di vita a rischio per sé e per l’altro all’interno del carcere. Scopo del progetto, rivolto a detenuti italiani e stranieri, è quello di favorire l’empowerment della persona attraverso un percorso informativo/ formativo di responsabilizzazione rispetto al proprio e all’altrui stato di salute e stile di vita, offrendo l’opportunità strutturata di impiego in attività assistenziale a supporto di altre persone detenute in difficoltà. A tal fine sono state utilizzate lezioni frontali attraverso la promozione della partecipazione attiva delle persone detenute (role playing paziente-assistente, spazi per interventi diretti, interventi dei docenti re-interpretati dai detenuti stessi), ed esperienze di tirocinio sia intramurarie che in strutture residenziali assistenziali del territorio. Sono stati previsti anche momenti di elaborazione dei contenuti emersi durante il tirocinio intesi come spazio di confronto, di attenzione ai vissuti propri e dell’altro all’interno di un percorso di crescita personale. L’obiettivo generale del progetto (formazione di detenuti caregivers) è accompagnato da finalità specifiche quali la promozione e valorizzazione della partecipazione attiva delle persone recluse e lo sviluppo di competenze spendibili all’esterno in attività a supporto di persone in difficoltà. La valenza psicologica di tale progetto (a breve replicabile all’interno dell’Istituto di Cremona) sta nell’aiutare la persona detenuta a sviluppare processi attivi di consapevolezza di Sé (risorse e limiti) e dell’Altro attraverso l’acquisizione di competenze nuove finalizzate alla costruzione di una identità di ruolo meglio definita.;

Keywords:Caregiver, relazione di aiuto, il sé e l’altro, prevenzione, contesto penitenziario.

  1. Brunetti, C., & Sapia, C. (2007). Psicologia Penitenziaria. Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane.
  2. Buffa, P. (2013). Prigioni: amministrare la sofferenza. Torino: Edizioni Gruppo
  3. Abele. Carkhuff, R.R. (1989). L’arte di aiutare. Trento: Centro Studi Erikson.
  4. Consolo, S. (2016). La condizione di disabilità motoria nell’ambiente penitenziario. Le limitazioni funzionali. Circolare n. 0089149, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
  5. Consolo, S. (2017). Ridenominazioni corrette di talune figure professionali e altro in ambito penitenziario Circolare n. 0112426, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
  6. Deci, E., & Ryan, R. (1985). Intrinsic motivation and self-determination in human behaviour. New York: Plenum Press.
  7. Galimberti, U. (1992). Dizionario di Psicologia. Milano: Garzanti.
  8. Goffman, E. (1961). Asylums. Le istituzioni totali e i meccanismi dell’esclusione e della violenza. Torino: Einaudi.
  9. Legge 354/75, (1975). Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. Gazzetta Ufficiale, 9 agosto 1975, n.212, S.O.
  10. Lewin, K. (1951). Field Theory in Social Science. New York: Harper and Brodthers. Rodriguez M.S., & Cohen, S. (1998). Social Support. Enciclopedia of Mental Health, 3, 535-544.
  11. Rogers, C.R. (2013). La terapia centrata sul cliente. Firenze: Giunti.
  12. Saita, E. (2018). Penitentiary Institutions: Transforming Processes and Well-being. Word Futures. DOI: 10.1080/02604027.2018.1445692
  13. Saita, E., Accordini, M., & Fenaroli, V. (2018). Images behind bars: the evaluation of a Phototherapeutic Intervention in Prison. Word Futures, DOI: 10.1080/02604027.2018.1445917
  14. Saita, E., Acquati, C., & Molgora, S. (2016). Promoting Patient and Caregiver Engagement to Care in Cancer. Frontiers in Psychology, 7:1660.
  15. Saita, E., & Pagano, L. (2018). Là, dove i mari si toccano: la psicologia nel sistema di esecuzione della pena. Ricerche di Psicologia, 3, 299-305.
  16. Zannini, L. (2016). Il corpo-paziente. Da oggetto delle cure a soggetto della relazione terapeutica. Milano: FrancoAngeli.

  • Envisioning the future: A neuropsycho-pedagogical intervention on resilience predictors among inmates during the pandemic Tania Di Giuseppe, Giulia Perasso, Claudio Mazzeo, Alessandro Maculan, Francesca Vianello, Patrizio Paoletti, in RICERCHE DI PSICOLOGIA 3/2023 pp.1
    DOI: 10.3280/rip2022oa14724

Raffaella Galli, Antonella Polla, Paola Mosa, Rossano Botto, Maria Gabriella Lusi, Giuseppe Novelli, Caregiver in carcere: avere cura di sé per avere cura dell’altro in "RICERCHE DI PSICOLOGIA " 3/2018, pp 423-438, DOI: 10.3280/RIP2018-003007