Il XX secolo si è concluso più felicemente di quanto si potesse desumere dai tremendi conflitti che l'hanno segnato. Vari fattori hanno propiziato questo esito: a partire dagli anni '80 la conoscenza scientifica è divenuta un mezzo di produzione fondamentale; si è formato il ceto dei "lavoratori della conoscenza" (o "professionisti"), attivatori e gestori dei grandi servizi; il mondo imprenditoriale ha mostrato una creatività e un'intraprendenza straordinarie. La cultura ha accettato il primato del sapere scientifico la mentalità relativistica si è realizzata come azione positiva del tutto coerente con lo sviluppo della società. Le etiche speciali hanno trasceso quelle universali, dedicandosi all'effettivo miglioramento della vita, a livello di professioni, affari, servizi, ambiente, natura, genetica, biologia, sessualità, ecc.

Questo saggio analizza le idee emerse nell'ultima parte del secolo considerandole come il prodotto migliore del '900 e osserva con grande interesse l'avanzata sociale dei "lavoratori della conoscenza" e la loro nascente politica sociale, in rapporto con gli imprenditori - a loro volta protagonisti di questo avvio del nuovo secolo - e con l'aggressivo apparire del capitalismo liberistico.

Gian Paolo Prandstraller , docente di sociologia presso l'Università di Bologna, ha dedicato molti studi e ricerche alle professioni, alle organizzazioni professionali e al lavoro intellettuale in generale. Negli ultimi anni ha contribuito con opere, articoli e interventi alla difesa delle professioni e delle attività intellettuali in Italia. Le tematiche trattate in questo libro sono state da lui anticipate con i saggi Forze sociali emergenti: quali, perché , FrancoAngeli, 1988; L'uomo senza certezze e le sue qualità , Laterza 1991; L'universo e noi , FrancoAngeli, 1994; Relativismo e fondamentalismo , Laterza, 1996.