Metabolè

Antonia Chiara Scardicchio

Metabolè

Speranza, resilienza, complessità

Abbiamo tutti sperimentato cosa significhi stare dentro uno strazio nel quale non resta che la speranza, intesa come forte bisogno che gli eventi volgano al meglio e che la sorte cambi registro. Conosciamo molte versioni/visioni del mondo nelle quali dentro questa “vaga aspirazione al Bene” (così definiscono “speranza” i maggiori dizionari d’italiano) rientrano ottimismo e fede. È questo il punto di ogni nostra impotenza: quello in cui il dolore, nostro o di chi amiamo, non ci offre possibilità pragmatiche di intervento, e allora non resta che “sperare”...

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 194

ISBN: 9788835107873

Edizione: 1a ristampa 2022, 1a edizione 2020

Codice editore: 449.19

Disponibilità: Limitata

Tutti siamo stati vittime della tentazione consolatoria di affidare a un "andrà tutto bene" la nostra competenza pedagogica, nell'attimo delicato e imbarazzante in cui abbiamo perso le parole, ammutoliti dalla sensazione che non vi sia alcuna possibile sottrazione al mare addosso. Abbiamo tutti sperimentato, indipendentemente dai nostri curricola professionali, cosa significa stare dentro uno strazio nel quale non resta che la speranza, intesa come bisogno che gli eventi volgano in meglio e che la sorte ci riservi il cambio di registro, spesso interpretando questa posizione come resiliente.
È qui che alcuni dissertano di capacità di "superare le avversità" concependo resilienza come invincibilità e speranza come àncora - di cui sappiamo il potere suggestivo, essendo noto il portato ansiolitico di qualsiasi "gancio" a cui aggrapparsi - concependola come ultima immaginifica spiaggia, scambiando le Hope Skills per ottimismo senza fondamenti. Questa visione è un equivoco frequente, che molto bene, già decenni fa, il vescovo don Tonino Bello aveva focalizzato: "Oggi si equivoca parecchio sulla speranza. Si pensa che sia una specie di ripostiglio dei desideri mancati. Una rivalsa del nostro limite che, mortificato sugli spazi percorribili dai piedi per terra, cerca compensazioni allungando la testa tra le nuvole o indugiando sulla zona pericolosa dei sogni a occhi aperti. Una forma di "tiramisù" psicologico, insomma" (Bello, 1995).
Il volume muove dunque dallo studio degli equivoci che negli ultimi anni hanno riguardato speranza e resilienza, facendole assomigliare piuttosto ai superpoteri di Wonder Woman e Superman, anziché al particolare moto interno nel quale la fragilità si riconosce non da "superare" ma da integrare, e conduce il lettore verso un approdo particolare: quello nel quale la speranza è "la prima a morire" poiché, proprio morendo, innesca possibilità di Ri-Scritture e Ri-Scatti altrimenti impensabili.

Antonia Chiara Scardicchio, ricercatrice in Pedagogia sperimentale, insegna dal 2005 all'Università di Foggia. Dal 1998 si occupa di ricerca pedagogica e formazione sistemica intorno alle correlazioni tra sviluppo delle competenze riflessive e scienze della complessità. Dal 2009 si occupa di Hope Skills e promozione dei processi di resilienza nei contesti dell'educazione e della cura. Tra le sue pubblicazioni, Curare. Guardare. Epistemologia ed estetica in medicina (Milano, 2019) e Il sapere claudicante. Appunti per un'estetica della ricerca e della formazione (Milano 2012).

Introduzione
Parte I. Se l'intimità è cosa politica
"Questo gioco con regole ignote"
(Se la speranza si può insegnare: quel crocevia tra logico e assurdo; Tra Sancho e Chisciotte: le Hope Skills oltre le retoriche del tecnicismo e del pensiero magico)
"Il grande Boh"
(L'equivoco intorno alla speranza; L'equivoco intorno alla resilienza; L'equivoco intorno alla narrazione autobiografica; L'epifania della perturbazione)
Da Voldemort a Harry Potter: i "doni della morte" come questioni di complessità
(Della controintuitiva logica mors mea, vita tua; Della controintuitiva coesistenza di vincolo e possibilità; Della controintuitiva coabitazione di caos e creazione)
Oltre il codice ovvio: la via "diritta" dello zigzagare
(Errare; Dis-apprendere; Giocare)
Parte II. Se la speranza è cosa poetica
Una rapsodica mossa epistemica
(Sperare come conoscere sistemicamente; Metabolé. Una antologia come gioco combinatorio)
Dal potere alla bellezza: cosa connette Gregory Bateson a questioni di speranza e di resilienza?
(Quel cosmicomico farsi a pezzi; Soltanto un fugace riparo; Lasciate ogni speranza)
In-conclusione. "La bellezza delle cose che sono in mutamento"
Parte III. Irene Marseglia, Se la resilienza è cosa sistemica. Sussidio di approfondimento
Resilienza: uno, nessuno e centomila
(Significati; Fattori di rischio e fattori di protezione; Teorie)
Salutogenesi: la prospettiva plurima
(Resilienza e promozione della salute; Il paradigma salutogenico; L'approccio salutogenico esteso)
Studiare scientificamente la speranza
(Una mappa nella letteratura "Hope")
Misurare l'incommensurabile
(Misurare la resilienza; Misurare la speranza)
Conclusioni
Post scriptum: la speranza come prima a morire
Bibliografia
Lidia Letizia, Dismantled-Book: un libro non finisce all'ultima pagina. Il progetto e la ricerca delle illustrazioni di questo libro.

Contributi: Lidia Letizia, Irene Marseglia

Collana: Educazione e politiche della bellezza

Argomenti: Pedagogia teoretica e filosofia dell’educazione - Educazione degli adulti - Strumenti per educatori

Livello: Textbook, strumenti didattici - Testi per insegnanti, operatori sociali e sanitari

Contenuti dell'allegato

area multimedia


Contenuti dell'allegato:
Parte Terza Se la resilienza è cosa sistemica Sussidio di approfondimento

Potrebbero interessarti anche